La prima estate della Versilia senza Pablito Una serata a Forte dei Marmi per ricordarlo
La casa ai Ronchi, i pomeriggi sulla battigia con gli amici, le partite a calcetto
«L’amore può arrivare a qualsiasi età. Io, quello vero, l’ho trovato a cinquant’anni». Lo disse con naturalezza. Un abbraccio a Federica, sua moglie, e di fronte la figlia adolescente di un caro amico che dopo quasi dieci continua ad aggrapparsi a quelle parole. Semplice e dritto al cuore, come un gol: Paolo Rossi era così. Villa Bertelli, a Forte dei Marmi, questa sera si riempie del suo ricordo, della sua persona. Un posto sarà libero, vuoto. Esattamente come la sensazione che ha lasciato quell’inesorabile 10 dicembre.
Paolo, ancor prima che Pablito. Amico, padre, marito, campione del mondo nella vita quotidiana. «Siamo stati e saremo sempre l’assoluto, una cosa sola. Non smetterà mai di essere la parte migliore di me»: Federica Cappelletti, il suo grande amore, ricorda l’insostituibile anima che era, anzi che è. «Ci siamo conosciuti a Perugia — prosegue — e la sensazione è stata quella di aver incontrato l’uomo che non avrei più lasciato andare. Non lo dico per dire, credo davvero che un sentimento così sia possibile soltanto una volta nella vita. Era l’amore, l’amicizia, la famiglia. Eravamo una cosa sola, se partiva mi mancava, così quando a partire ero io. Rincontrarci è sempre stata la parte più bella di ogni viaggio. Alle mie figlie lo dico spesso: purtroppo lo avete avuto per poco tempo, ma siete state davvero fortunate. Lui era semplicemente Paolo, una persona meravigliosa».
Le spiagge della Versilia affrontano la prima estate senza di lui. Il sole scalda, ma non abbastanza per chi lo ha conosciuto. La casa ai Ronchi, i bagni Bemi al Cinquale, i pomeriggi sulla battigia con gli amici, una partitella a calcetto e poi la cena con la famiglia. Ogni momento della giornata confermava l’uomo semplice che era. Lontano dal lusso fortemarmino si godeva i mesi estivi, contagiando con la sua voglia di vivere, prima di rincasare sulle colline senesi.
«Non ha mai inseguito le telecamere, anzi — racconta il suo amico di sempre Nicola Zanone — ricordo tutto, dagli esordi a oggi. Rammento quando si accorse del riscontro mediatico che stava avendo, mi sorrise un po’ allarmato dicendo: “se continua così chissà dove dovremo andare in vacanza”. Viaggiavamo tutti gli anni insieme. Conosciuti sul campo e mai più lasciati andare. Era il mio migliore amico, metteva sempre la felicità degli altri prima della sua. Divertente in ogni occasione e semplice come pochi. Se nascessero altri Paolo Rossi il mondo sarebbe sicuramente un bel posto in cui vivere».
La commozione è palpabile e una lacrima scende. Paolo, probabilmente, farebbe una battuta per sdrammatizzare. Alzerebbe un calice di vino, bacerebbe Federica e le sue due principesse Sofia Elena e Maria Vittoria per poi tornare alla vita di sempre. Un padre, un marito, un amico. E sì anche campione del mondo, ma questa è un’altra storia...