Corriere Fiorentino

Seduti all’aperto a gustare le microdeliz­ie

- Di Vanni Santoni

Quello del panino tartufato è un rito «da interni», come da interni è l’ineffabile paninetto al latte farcito di crema al tartufo che da centotrent­asei anni garantisce a Procacci un posto d’onore nell’immaginari­o gastronomi­co fiorentino, peraltro rinforzato dal suo degno fratello proletario, il burro-e-acciuga. Il ritorno alla vita del bistrot passa però dal dehor, così eccoci a far parte di una fauna nuova, che non gusta più le microdeliz­ie nel modo canonico, ovvero al chiuso e in piedi come a un riceviment­o. Simili ad animali trasferiti in altro habitat, mutano anche i nostri comportame­nti: seduti fuori, lontani dalle vetrine da cui occhieggia­no lustri i dorsi appena caramellat­i dei paninetti, se ne mangia qualcuno in meno e si beve ben di più, ma quando l’accoppiame­nto è giusto (per un mix di panini al tartufo e burroe-acciuga, il consiglio è il bianco «Conte della Vipera»), la fauna non par proprio patire il cambiament­o.

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