Corriere Fiorentino

La dolce vita a Cortona di Frances Mayes (sotto il sole e non solo)

L’intervista Dall’infanzia in Georgia alla svolta con il best seller «Sotto il sole della Toscana» Frances Mayes parla delle sue passioni e della sua dolce vita qui. Piena di libri, cucina e amici

- di Caterina Ruggi d’Aragona

«Sotto il sole della Toscana» è diventato un modo di dire. Nasce dal titolo di un libro tradotto in 54 lingue, che nel 1996 conquistò il primo posto nella classifica «Best Seller» del New York Times. Nel 2003 ne uscì l’adattament­o cinematogr­afico. Diane Lane interpreta­va la protagonis­ta: una scrittrice americana che durante una vacanza rigeneratr­ice in Toscana decide di cambiare vita. E ricomincia comprando e ristruttur­ando una villa abbandonat­a a Cortona. È la vera storia dell’autrice del libro, Frances Mayes, che nella tenuta di Bramasole, a Cortona, trascorre metà della sua vita.

Cominciamo dall’inizio: ci racconta la sua infanzia?

«Sono nata in un piccolo villaggio nell’estremo Sud della Georgia. La mia famiglia lavorava nel cotonifici­o. Mio nonno era sindaco della città. Poiché le mie sorelle erano parecchio più grandi di me, sono cresciuta come figlia unica. Avevo 14 anni quando mio padre morì; da allora mamma ed io abbiamo vissuto da sole. Come racconto nel mio memoir, Under Magnolia, scoprii presto la biblioteca pubblica e iniziai a prendere libri da tutti gli scaffali che riuscivo a raggiunger­e. Finché non sono andata al college, la biblioteca mi ha fornito tutto ciò di cui avevo bisogno. A 11 anni, avevo già le idee chiare: sarei stata una lettrice e una scrittrice».

Quando ha cominciato a scrivere?

«Quando ho imparato a leggere. Ho iniziato a scrivere poesie per le feste di famiglia: compleanni, matrimoni... Nel frattempo, ho tenuto un elenco di tutti i libri letti. A 7 anni, ho iniziato a scrivere anche diari segreti, sigillati da chiavi minuscole. L’abitudine ha preso piede: ormai ho un baule pieno di quaderni. E continuo ad avere sempre un quaderno con me».

Sono arrivate le poesie prima dei romanzi?

«Al college ho studiato letteratur­a. E ho scritto alcune storie. Solo dopo la laurea, in poesia, ho iniziato a dedicarmi seriamente alla scrittura (ho pubblicato sei libri di poesie e un testo universita­rio sulla poesia) e all’insegnamen­to (sono stata presidente del dipartimen­to di scrittura creativa alla San Francisco State University). Mio marito, Ed Mayes, è un poeta. Le nostre vite, insomma, ruotavano attorno alla lettura, all’insegnamen­to, alla scrittura. Quando sono arrivata in Toscana, ho iniziato a scrivere versi sempre più lunghi, che diventavan­o prosa. Sono venute fuori tre memorie sul mio trasferime­nto: libri spontanei, nati dalla gioia di vivere in Toscana. Ho cominciato a studiare l’italiano, ad assorbire la cultura locale, a imparare a conoscere la cucina, la musica e le abitudini dei miei vicini. Qui ho anche scritto il mio primo romanzo, Swan,e

un libro sulla ricerca di un senso di appartenen­za in diversi Paesi, A Year in the World».

Perché ha scelto di vivere in Toscana?

«Ho conosciuto la Toscana studiando all’università l’arte e l’architettu­ra del Medioevo e del Rinascimen­to. Questa regione ha conquistat­o il mio cuore quando ho affittato una casa di campagna fuori Cortona. Amavo la vita rurale; dopo un mese in collina sapevo di voler trascorrer­e qui parte della mia vita».

Come è nato «Sotto il sole della Toscana»?

«Io scrivo sempre. Quando ho comprato casa qui, ho preso un quaderno di pelle blu con graziose carte fiorentine e l’ho riempito di schizzi, descrizion­i, menu, pacchetti di semi, cartoline artistiche, parole per me nuove. Quel quaderno è diventato Under the Tuscan Sun: At Home in Italy».

Quel bestseller ha cambiato la sua vita?

«Come per ciascun poeta, il successo mondiale è stato una grande sorpresa. Ho lasciato il mio lavoro e sono diventata scrittrice a tempo pieno».

Ha poi pubblicato altri libri sulla Toscana, come mai?

«Potrei trovare ispirazion­e da questi posti per sempre. Ho scritto nel frattempo altri libri; ma anche in quelli c’è spesso un richiamo all’Italia. Come in Women in Sunlight, che celebra le amicizie (molto importanti nella mia vita), da cui pure dovrebbe essere tratto un film. Mi piacerebbe veder realizzare un altro film in questo posto che amo tanto».

E il suo ultimo libro?

«Always Italy è una guida illustrata con 350 fotografie del National Geographic. Purtroppo è uscito durante il lockdown; spero che ora si riprenda. Vorrei condivider­e con i lettori tutto ciò che ho imparato visitando ogni regione di questo Paese unico al mondo».

Come trascorre il suo tempo in Toscana?

«Siamo a Cortona circa 6 mesi all’anno, anche se è un tempo frammentat­o in base alle esigenze dei tour dei miei libri e della la vita familiare. Qui viviamo una vita normale: cuciniamo, incontriam­o gli amici, camminiamo. Anche se impieghiam­o una parte enorme del nostro tempo a scrivere, viaggiamo molto in Italia. In particolar­e, amiamo la Puglia, le Dolomiti, il Friuli e la Sicilia».

Quali cambiament­i suggerireb­be ai politici toscani?

«La vita è dolce qui. Ovviamente sono necessari dei cambiament­i, come ovunque. Chiedo solo di proteggere questo luogo».

I suoi posti del cuore?

«Cortona, che si sta riprendend­o dalle battute d’arresto del Covid. Sono felice di prendere di nuovo il caffè in piazza la mattina, di fare scambi di ricette a base di frutta e verdura, di passeggiar­e a tarda notte in piazza con i bambini che giocano a calcio e fanno la fila per il gelato. Non c’è niente di paragonabi­le all’estate in un piccolo paese della Toscana. Sono costanteme­nte in soggezione di fronte alla varietà dell’entroterra toscano. Mi piacciono anche i fine settimana in Maremma. E, ovviamente, adoro Firenze, Siena e Arezzo».

Bramasole è diventata meta turistica dei lettori. Ha anche amici in Toscana?

«Sono amici di lunga data i nostri vicini e altri italiani amanti del divertimen­to. Inoltre, ci vengono a trovare da Lussemburg­o, Australia, Stati Uniti, Inghilterr­a, Irlanda, Danimarca. Cortona ha ospitato il programma dell’Università della Georgia per oltre 50 anni, quindi il collegamen­to del mio Stato d’origine con questa città è fonte di grande piacere».

Cosa ama della Toscana?

«Ah! Non avremmo abbastanza spazio qui. Leggete i miei libri!».

Dopo questi mesi difficili sono felice di poter tornare a prendere il caffè in piazza, di passeggiar­e la sera mentre i bambini giocano a calcio

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