Gkn, il governo prova con la cassa
La proposta: 13 settimane di ammortizzatori sociali, poi la trattativa. L’azienda: valuteremo
Nel muro contro muro si è aperta una breccia. In quale delle due facce della contrapposizione, lo si scoprirà solo dopo. Dopo che Gkn farà sapere se accetta la proposta arrivata al termine del Tavolo di crisi in Prefettura dalla viceministra Alessandra Todde, cioè 13 settimane di cassa integrazione (senza costo per l’azienda) per «bloccare la procedura di licenziamento» e cercare alternative. E dopo che si sarà capito come reagiranno i sindacati, che nutrono fiducia zero nei confronti dell’azienda del fondo Melrose.
Tutti si aspettavano che la riunione di ieri pomeriggio finisse con la Gkn che ribadiva chiusura e licenziamenti. In più occasioni l’ha ripetuto ieri l’Ad Andrea Ghezzi, che non ha affidato questa volta la vertenza all’avvocato. Per le istituzioni, in Palazzo Medici Riccardi, c’erano Todde (viceministra allo Sviluppo economico), il presidente Eugenio Giani con l’assessore Alessandra Nardini, il sindaco di Campi Emiliano Fossi, per la Città metropolitana Lorenzo Zambini (Consigliere delegato) e molti altri. La Gkn si è presentata con Ghezzi in videoconferenza e il suo staff, tutti i sindacati (Fiom, Fim, Uilm) locali e nazionali (per la Fiom c’è Michele De Palma, responsabile settore auto).
Quando interviene Giani, rinfaccia all’impresa di aver comunque preso aiuti di Stato: pochi in Toscana, 300 mila euro. Molti di più, 1,6 milioni, per lo stabilimento Gkn di Brunico in Alto Adige. Interviene Todde, chiede il ritiro dei licenziamenti. Dopo 23 minuti, Ghezzi dice no. Dall’azienda
arrivano diversi tentativi di parlare subito di incentivi all’esodo, ammortizzatori. No al «mercanteggiamento, un intero territorio difende la Gkn. Non tutto si compra o si vende. E la legge prevede altri strumenti», ribatte De Palma.
In quel momento gli operai Gkn, in tre presidi in piazza Beccaria, Fortezza e stazione Santa Maria Novella, partono in corteo, si piazzano davanti alla Prefettura coi fumogeni. Dentro al Palazzo, Todde lancia la proposta «per riuscire ad avviare un percorso, partecipi anche i sindacati, che ci permetta di metterci attorno a un tavolo a trattare: 13 settimane di cassa che non hanno un costo per l’azienda e ci perreindustrializzazione. mettono di bloccare la procedura di licenziamento. Al termine di queste 13 settimane, valuteremo coralmente come procedere» è il senso delle parole di Todde. La proposta viene condivisa dal presidente della Regione Giani, che invoca un «percorso responsabile» e dal sindaco della Città metropolitana Dario Nardella.
Sullo sfondo il piano B: chiedere a Invitalia di cercare un advisor per una eventuale La Gkn risponde: valuteremo. «Bene, ora l’azienda risponda» commenta Giani.
«Che non sia cassa integrazione per cessione di attività non è accettabile. Ma Gkn ha provato a dividere il fronte, con incentivi all’esodo» dice Dario Salvetti delle Rsu. Concorda la Fiom: «Ritirino i licenziamenti, il governo coinvolga le imprese committenti Gkn, Stellantis e Volkswagen». «Non voglio illudere nessuno: ma i lavoratori non sono oggetti da prendere o scaricare. Per questo siamo intervenuti così forte. E non è cassa per cessazione ma covid» mette le mani avanti Todde, secondo cui nella «breccia» ha contato la pressione mediatica e istituzionale innescata da lavoratori e sindacati, che non si fermano. L’11 agosto, alle 20, saranno in piazza Signoria con l’Anpi, per ribadire che quella di Gkn è «una guerra contro il territorio». E sperano suoni la Martinella, la campana di Palazzo Vecchio che suonò dando il via alla liberazione di Firenze dal nazifascismo.
Manifestazioni L’incontro in Prefettura con fuori la protesta dei lavoratori. E l’11 agosto nuova iniziativa