PAESAGGI RIFLESSI SPECCHIARSI NELLA VAL D’ORCIA
San Quirico, Bagno Vignoni fino a Siena: dodici sculture monumentali in acciaio di Helidon Xhixha da scoprire in luoghi di gran fascino come gli Horti Leonini o la Cappella di Vitaleta. «Una comunicazione tra spazio, architettura e verde»
Se la musica potesse divenire forma, le sculture in acciaio di Helidon Xhixha ne sarebbero una raffigurazione, per l’immediatezza e il continuo mutamento. La loro superficie, modellata e levigata, riflette la luce e modifica la realtà attorno ad esse. Dodici opere che prendono vita e cambiano, a seconda dell’ambiente nel quale si trovano, dell’ora del giorno e dove ci si può specchiare, in una comunicazione continua con esse. La mostra a cielo aperto, si snoda sulla via Francigena, fino a Siena, in un percorso attraverso la storia e la natura della Val d’Orcia. Si intitola Reflexes, si può visitare fino al 2 novebre ed è a cura Klodian Dedja. È una delle cinque nuove esposizioni di «Forme nel Verde», diretta da Carlo Pizzichini, la più longeva mostra di scultura, nata cinquanta anni fa. Fu ideata da Mario Guidotti nel 1971, che recepì per la prima volta in Italia le nuove tendenze d’integrare l’opera d’arte nel paesaggio, provenienti dagli Usa.
Il percorso di Reflexes parte da San Quirico d’Orcia, con l’opera Satellite, collocata davanti alla Collegiata, in Piazza Chigi e altre cinque, disposte negli Horti Leonini, magnifico esempio di giardino rinascimentale all’italiana: «Il parco mi è apparso come il teatro di un confronto tra gli artisti che hanno esposto qui negli anni e la storia del Rinascimento. Ho percepito una geometria quasi cosmica, un equilibrio da seguire — spiega l’artista — Volevo dare una distribuzione energica della luce, per creare una continua comunicazione tra spazio, architettura e verde. Roccia del Mediterraneo si trova sulla sommità della scala e interpreta le torri mancanti, abbattute nella seconda guerra mondiale. Ridà loro vita, attraverso i pensieri, “riflessi” di quello che è stato, con un linguaggio contemporaneo». Le altre due opere site specific sono Roccia marina, posta permanentemente all’ingresso di Bagno Vignoni e Abbraccio di luce, collocata nei pressi della Cappella della Madonna di Vitaleta. «É in dialogo con Conoscenza
(collocata in un semicerchio a raggiera di fronte alla cappella) perché sono simili: la conoscenza abbraccia sempre la luce. Luce significa guardare, sapere e conoscere». Galleggia sull’acqua termale della vasca cinquecentesca di Bagno Vignoni Iceberg: «É sostenuto da una piattaforma e trattenuto con pesi che lo ancorano, permettendogli un movimento». Lungo la via Cassia, al centro del gruppo dei Cipressini, Ionic Column, circondata dagli alberi, riflette il tipico paesaggio toscano. «Le mie opere nascono da un’idea, un’emozione o un déjà vu che si traduce in un disegno e poi in un rendering e infine
nella lavorazione manuale, per plasmare la luce attraverso la materia, su lastre d’acciaio inox 316, che modello e assemblo unendole a freddo sotto pressione con le stampe. Sono appassionato di musica, la sua forza immediata mi ha sempre ispirato: anche la mia arte è senza filtri dell’inconscio e il suo linguaggio è universale», racconta ancora l’artista. Il percorso espositivo termina in Piazza del Duomo a Siena, dove si erge Getto di luce la scultura monumentale, alta otto metri, che riflette gli edifici della piazza e la facciata del Duomo.