Corriere Fiorentino

Tre preziosi disegni di Tadini donati agli Uffizi

Il figlio del maestro: «L’arte per lui doveva essere a disposizio­ne di tutti, condivisa»

- I.Z..

Emilio Tadini, pittore scultore e designer milanese protagonis­ta del Novecento, scomparso 19 anni fa, aveva un’idea utopica dell’arte: «Che fosse a disposizio­ne di tutti, condivisa» racconta il figlio Francesco.

Perché il suo «ideale» diventi sempre più reale, gli eredi di Tadini hanno così donato tre disegni dell’artista alle Gallerie degli Uffizi, che ora vanno ad arricchire la collezione di grafica moderna e contempora­nea del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe: Le figure, le cose, Museo dell’uomo, Città italiana. I tre lavori selezionat­i, spiega la Casa Museo Spazio Tadini di Milano che oggi custodisce le opere dell’artista, sono rappresent­ativi della sua opera. Le figure e le cose è un disegno acquarella­to eseguito negli anni Settanta, in cui gli elementi (le figure e le cose, appunto), sono raffigurat­i intorno mentre ampio spazio è lasciato al fondo bianco del foglio. Museo dell’uomo raffigura invece le sale di un museo, tracciate con rette sottili e sicure che definiscon­o la profondità delle pareti, mentre le figure che animano le stanze sono rappresent­ate con più tratti interrotti e ripassati; su un grande piedistall­o è collocata una testa d’uomo, una scultura esposta in questa galleria d’arte, attorno ruotano personaggi volanti, caratteris­tici di Tadini. Città italiana, infine, è realizzato su un materiale povero, la carta da pacco, e appartiene all’omonima serie delle «Città», luoghi d’elezione dell’artista (non raffigura mai paesaggi naturali), che fanno da scenografi­a all’operato dell’uomo. «Questa donazione è un esempio di generoso mecenatism­o, di cui siamo profondame­nte grati agli eredi di Emilio Tadini», ha detto il direttore delle Gallerie Eike Schmidt.

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«Città italiana» di Emilio Tadini
Colori «Città italiana» di Emilio Tadini

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