La viceministra alla Gkn «Nessun accordo sul piano di chiusura»
La viceministra Todde con Conte a Campi. «Multe alle multinazionali? Difficile...»
La viceministra Todde e l’ex premier Conte hanno visitato la Gkn di Campi: «Nessuna intesa governo-azienda».
«Non c’è nessun accordo da parte del ministero dello Sviluppo economico rispetto ai piani che Gkn ha presentato». La viceministra Alessandra Todde lo dice a fianco del’ex premier Giuseppe Conte per spiegare che il piano della Gkn (chiusura, licenziamenti e fondi per la reindustrializzazione) non è mai stato condiviso con lei. Non è solo una delle tappe del tour elettorale del M5S in Toscana, quella di Campi, per Todde e Conte. È il tentativo di mandare il messaggio che il movimento «è vicino ai lavoratori». Poi, però, Todde precisa: «Noi (come governo ndr) dobbiamo mediare fra posizione dei sindacati e posizione dell’impresa, non possiamo essere partigiani». Il decreto delocalizzazioni difficilmente sarà utilizzabile per la Gkn, e pensare a multe per chi chiude in modo così brutale è difficile, «è una coperta corta. Oggi se fai un meccanismo stringente e punitivo poi ti dicono che le aziende non vengono più ad investire», ricorda Conte.
Le Rsu con cui parlano, davanti all’azienda di Campi, però ribadiscono che non si può dire «non si passa col rosso ma poi non si sanziona», e che loro andranno avanti comunque nella lotta. La prima tappa è il 18 settembre, la manifestazione. Poi, il 20, Todde ha convocato il nuovo tavolo di crisi al ministero. Qui Conte polemizza indirettamente con Giorgetti: «Alessandra (Todde ndr) fa un gran lavoro, bisogna che il ministero si muova all’unisono». Su tutto incombe però il giudizio del Tribumai nale del lavoro sul ricorso presentato alla Fiom: teoricamente, se vincesse il sindacato, il procedimento di licenziamento potrebbe essere annullato. Se arriverà (come gira voce) poco prima della scadenza dei termini della procedura di chiusura dell’azienda, il 23 settembre, tutto dovrebbe ripartire daccapo (e se ci fosse già il decreto delocalizzazioni, magari avrebbe un peso). E quindi, tutti sono a cercare di capire gli scenari. Quelli prospettati dall’ex premier Conte passando dalla possibile amministrazione straordinaria fino al «workers buy out», i lavoratori che si ricomprano l’impresa, con incentivi statali. Uno scenario possibile solo se Stellantis (ex Fiat) confermasse gli ordini. «Dobbiamo costringere l’azienda ad aprire un dialogo» dice Conte. Ma se l’azienda non sentisse ragioni, come pare? Se il giudice respingesse il ricorso? Il segretario Fiom di Firenze Daniele Calosi ribadisce: si deve andare avanti, «fino allo sciopero nazionale». Gkn come Stalingrado, «se passano qui, lo fanno ovunque». Prima, davanti alla fabbrica, ecco una delegazione bipartisan del Consiglio regionale, guidata dal presidente del Consiglio Antonio Mazzeo. E il presidente Eugenio Giani dice: «Se il governo stenta sul decreto, faremo noi una norma».
La giornata di Conte in Toscana, partita da Grosseto, si conclude a Sesto Fiorentino dove il M5S ha un proprio candidato.