Corriere Fiorentino

Le case di cura a Giani «Il green pass va reso obbligator­io»

- G.G.

Sono 4 mila i dipendenti delle Rsa toscane cui negli ultimi 5 giorni è stato controllat­o il Green pass. E solo «una manciata, probabilme­nte una decina» ne sono risultati sprovvisti. A dirlo è Maurizio De Scalzi, portavoce del comitato di coordiname­nto dei gestori delle Rsa toscane, che rappresent­a oltre la metà delle case di riposo regionali. A partire da venerdì scorso, agli operatori che non avevano la certificaz­ione verde «non è stato impedito di entrare al lavoro, ma nei loro confronti è partita una procedura che, entro qualche giorno, ci consentirà di avere un certificat­o di non idoneità, firmato da un medico, che ci autorizzer­à a cambiare la loro mansione o a sospenderl­i dal servizio». Un’iniziativa, quella del comitato, che intende rispondere ai ritardi delle Asl che non hanno ancora notificato alle Rsa le liste dei dipendenti non vaccinati. Ma il comitato, in una lettera aperta, ora chiede al governator­e Eugenio Giani di «introdurre con una sua ordinanza urgente per motivi di sanità pubblica l’obbligo immediato della esibizione del green pass a tutto il personale della sanità pubblica e privata nelle Rsa e negli altri servizi socio sanitari, perché siano spazi di vita e di cura Covid free». In altre parole, in attesa delle sospension­i di legge, i gestori delle case di riposo chiedono una norma immediata per impedire almeno chi non ha il Green pass di poter lavorare tra anziani e malati, senza, quindi, costringer­e le strutture a intraprend­ere la tortuosa procedura per arrivare al certificat­o di «non idoneità». Una richiesta, quella del comitato, che non riguarda solo le Rsa, ma tutto il sistema sociosanit­ario pubblico e privato.

Il portavoce Già controllat­i 4 mila dipendenti, ma ora serve un’ordinanza

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