L’esordio è una festa, nonostante il k.o. nel derby
L’Audace Galluzzo vince il derby davanti a oltre 500 tifosi del Lebowski
Quando si parla del Centro Storico Lebowski, chiedersi che cosa sarebbe una squadra senza il suo pubblico non è solo lecito, ma è l’unica domanda che ha senso porsi. Erano in più di 500 ieri al Magnolfi di Calenzano, dove i grigioneri si sono spostati per permettere a più persone possibile di assistere all’esordio di Borja Valero, ma sarebbero stati sicuramente di più se il cielo non avesse promesso acqua.
Del resto era un giorno storico. Non solo per Borja, che dalla serie A si è ritrovato a lottare nel fango della Coppa Italia di Promozione. Non solo perché il derby contro l’Audace Galluzzo è parecchio sentito. Era la domenica della rinascita della curva Moana Pozzi, tornata a cantare per il Lebowski dopo quasi un anno. Mica poco per una società che è di proprietà dei tifosi, fondata e gestita dai suoi ultras, che prima del match sono andati a pranzo al presidio operaio della Gkn per restare vicino ai lavoratori in lotta. «L’ambiente è carico da morire, viviamo tutto all’ennesima potenza» ammette il tecnico Diego Murras, che schiera lo spagnolo come mezzala di un 433 su cui punta da anni, ma che ha avuto modo di studiare ancora meglio da quando alla Fiorentina c’è Vincenzo Italiano.
Borja prende in mano il centrocampo ed è da una sua giocata che dopo nemmeno 20 minuti parte il primo parapiglia. Quando il Galluzzo va in vantaggio (68’) è lui a rimettere le cose a posto con un tiro potentissimo: il portiere avversario lo respinge, ma Lorenzo Calbi è lesto a segnare il pareggio. Poi basta. Altrimenti la giornata del Lebowski sarebbe stata così perfetta da sembrare irreale.
E allora sul più bello, nel finale, la punizione di Borja dalla destra si stampa sulla traversa e gli avversari — che beffa — passano in vantaggio nei minuti di recupero. È tutto comunque troppo bello per arrabbiarsi: i tifosi chiamano a raccolta la squadra e cantano tutti insieme prima di andare sotto la doccia. «Com’è allenare un campione come lui? Bello ed emozionante, ma la sua umiltà fa sembrare tutto normale. Si è messo in discussione come uno di noi» risponde Murras. È la sensazione che hanno avuto tutti i presenti a Calenzano, la più grande vittoria di Borja Valero.