Qualche statua in meno e qualche panchina in più
«Una civiltà di chiostri», parafrasando il teologo Anderson: questo, anche noi delle città dalla tradizione più laica, eravamo: anzi, per quanto sia una struttura religiosa, il chiostro rappresenta l’annuncio, nel medioevo cristiano, del nascente umanesimo, emerso da suggestioni classiche: da una certa idea di Grecia e Roma, e dei loro spazi civici. Così, il fatto che molti dei nostri antichi chiostri siano, oggi, chiostri di biblioteche, facoltà universitarie e musei, ci appare così naturale da non farci quasi caso. Anche il chiostro delle Oblate appartiene alla categoria, ma qualcosa nella riprogettazione ne limita l’uso: qualcuno si ferma sui bordi, ma è oggi più un luogo di passaggio per faune che si assestano poi nelle sale di lettura dei piani alti quando non direttamente sul terrazzo. Come renderlo un vero habitat? Si potrebbe cominciare nel modo più semplice: qualche statua in meno, qualche vialetto e panchina in più.