«Stop ai licenziamenti»
Per il giudice non sono state rispettate le regole sindacali Il tribunale accoglie il ricorso della Fiom, la Gkn revoca i provvedimenti ma conferma la chiusura. Gli operai: «Un primo gol, la partita è lunga»
A 48 ore dall’invio delle 422 lettere di licenziamento, è arrivato un primo scossone nella vertenza Gkn: il tribunale del lavoro di Firenze ha infatti ordinato la revoca dei licenziamenti. Poco dopo la multinazionale ha annunciato di aver cancellato i provvedimenti, annunciando però il ricorso contro la sentenza. La notizia della risposta positiva sul ricorso della Fiom Cgil per attività antisindacale è stata accolta con abbracci e canti dai dipendenti della fabbrica di Campi. «Ora la palla passa alla politica. Servono provvedimenti contro le delocalizzazioni», hanno sottolineato sindacati e lavoratori.
Il titolo Melrose in Borsa è subito crollato mentre il tam tam della vittoria dei lavoratori dilagava sui social e nei palazzi del potere. A fine pomeriggio però l’azienda ha fatto sapere che impugnerà la sentenza con i propri legali, facendo notare come «la decisione di chiusura non sia stata intaccata né censurata, così come la messa in liquidazione dell’azienda». Avanti, dunque, con le decisioni prese, tanto che l’azienda già oggi convocherà i sindacati: «Gkn Driveline Firenze rimane convinta della correttezza del proprio operato e non si sottrarrà al confronto con le parti sociali». La partita, per restare alla metafora calcistica, sarà ancora lunga.
Intanto la giudice Anita Davia del Tribunale del lavoro di Firenze ha stabilito che l’azienda ha avviato la procedura di licenziamento senza consultare il sindacato, violando così la legge 223/1991. «È configurabile una evidente violazione dei diritti del sindacato, messo davanti al fatto compiuto e provato della facoltà di intervenire». Quel confronto, scrive il giudice è «necessario anche se non vincolante». Per questo se la multinazionale vorrà far ripartire i licenziamenti «dovrà necessariamente rinnovare l’informativa al sindacato».
E i rapporti di lavoro dei 422 dipendenti «sono tuttora in essere con l’obbligo per la Gkn di pagare la retribuzione», ha scritto.
Un raggiante Daniele Calosi, segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato, fogli della sentenza alla mano, ha poi incontrato i giornalisti nelle sede della Camera del Lavoro di Firenze. «Oggi abbiamo fatto gol, ma la partita continua. Abbiamo fatto gol in contropiede, giocato bene contro una squadra molto più forte. Il calo del titolo Melrose dimostra quanta attenzione ci fosse su questo ricorso e ci godiamo la vittoria. Con la sentenza del tribunale di Firenze abbiamo riportato indietro le lancette dell’orologio. Ora tocca al governo, alla politica che ha fatto tante promesse davanti a quei cancelli: adesso che i licenziamenti non ci sono più le a politica ha il tempo di fare provvedimenti, anche d’urgenza». Stessa linea del Collettivo di fabbrica della Gkn: «La palla ripassa ancora più pesante al Governo. Non osate far ripartire quelle lettere. Cambiate la legge subito. La mobilitazione continua perché non c’è salvezza fuori dalla mobilitazione».
La decisione dei giudice Davia è stata accolta con soddisfazione dalle istituzioni. Il sindaco di Campi, Emiliano
Fossi, è andato in fabbrica ed ha brindato coi lavoratori. «La giustizia — afferma il sindaco di Firenze e della Città Metropolitana, Dario Nardella — ha fatto il suo corso, ora tocca alla politica. Avanti per nuove norme contro le delocalizzazioni immotivate e per i diritti dei lavoratori». Il governatore Eugenio Giani: «Sono Soddisfatto. Ora ricominciamo a parlare di lavoro, territorio e produzione. È fondamentale che intervenga il Governo con una normativa apposita».
Per il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti «l’Italia non è un Far West, ma le regole ci sono e tutti le devono rispettare» mentre il ministro del lavoro, Andrea Orlando parla di «giustizia resa ai lavoratori e si conferma quello che noi pensavamo, cioè che il comportamento di Gkn fosse inaccettabile e illegittimo. Ora servono nuovi strumenti per difendere il tessuto produttivo del nostro Paese da operazioni di carattere speculativo».
A Roma nel pomeriggio si è comunque tenuto il tavolo convocato dal ministero dello sviluppo economico sulla vicenda e alla fine la vice ministro Alessandra Todde ha spiegato: «Il Tribunale è stato chiaro, ora bisogna trovare una soluzione seria. Lo stato di liquidazione della società rimane e non è messa in discussione la cessazione dell’attività. Il tavolo verrà riconvocato in tempi brevi». «Ora serve un nuovo corso, che preveda la riapertura della fabbrica e le corrette relazioni», ha concluso Giani che al tavolo era presente.
❞ Adesso la politica deve fare bene la sua parte: bisogna approvare in fretta le nuove norme contro le delocalizzazioni immotivate