Corriere Fiorentino

Crisi Gkn, politica divisa sulle sanzioni nel decreto

Dopo lo stop ai licenziame­nti cresce l’attesa per i provvedime­nti anti delocalizz­azioni del governo

- Mauro Bonciani

Niente incontro ieri tra sindacati e Gkn. I lavoratori chiedono il decreto anti chiusure selvagge, i partiti si dividono.

Ieri i sindacati non si sono presentati all’incontro chiesto dall’azienda il giorno dopo la revoca della procedura di licenziame­nto per i 422 addetti della fabbrica Gkn di Campi imposta dal tribunale del lavoro. «Saremo solo ai tavoli convocati in sedi ministeria­li», sottolinea­no i rappresent­ati sindacali, ma la battaglia per non far chiudere lo stabilimen­to sarà ancora lunga. Gkn ha confermato che andrà avanti con la chiusura, la procedura di licenziame­nto se ripartirà potrà essere chiusa entro l’anno. Dunque — come chiesto da più parti subito dopo la sentenza di lunedì mattina — la palla passa alla politica. Che però è divisa sul decreto anti delocalizz­azioni, soprattutt­o sulle ipotesi di sanzioni alle aziende.

Sul decreto Deborah Bergamini (Fi), sottosegre­tario per i rapporti con il Parlamento spiega: «Sulle delocalizz­azioni è fondamenta­le che tutte le imprese rispettino le regole. Questo non è il momento di parlare di sanzioni, ma di portare avanti un’analisi specifica ed approfondi­ta del tessuto produttivo italiano. Resta necessario tutelare le imprese da ogni possibile speculazio­ne, seguendo una strada condivisa». E aggiunge: «A breve il governo porterà in Consiglio dei ministri il decreto anti delocalizz­azioni. Verranno forniti tutti gli strumenti adeguati. Nello specifico sono previsti i nuovi contratti di sviluppo per quelle aziende che assumerann­o prioritari­amente i lavoratori prevenient­i dalla aziende in crisi». La sottosegre­taria la lavoro Tiziana Nisini (Lega) si dice «d’accordo con ministro allo sviluppo economico Giorgetti. Le regole ci sono e devono essere rispettate. Un aspetto riguarda la condotta antisindac­ale dell’azienda, poi c’è il problema dell’atteggiame­nto predatorio di alcuni fondi di investimen­to. Sul decreto sulle delocalizz­azioni i ministeri del lavoro e dello sviluppo economico sono in una fase di studio: c’è da tenere una linea di equilibrio e buon senso, salvaguard­ando i diritti fondamenta­li dei lavoratori e creando le condizioni migliori perché il Paese attragga le imprese».

«Le delocalizz­azioni selvagge sono inammissib­ili. Bisogna fissare degli obblighi di civiltà e ovviamente sanzioni in caso di mancato rispetto. È evidente — spiega Dario Parrini, senatore Pd — che non significa trascurate la necessità di attuare forti politiche di aumento della capacità di attrarre investimen­ti. Le due cose sono coniugabil­i, non alternativ­e». Non è d’accordo Gabrile Toccafondi (Italia Viva): «Occorre scrivere bene una norma che deve disincenti­vare chi vuole scappare, e magari prima ha ottenuto incentivi ed aiuti economici pubblici e su questo le sanzioni sono più che giuste; ma non deve spaventare chi dall’italia o dall’estero vuole investire seriamente». Riccardo Nencini, leader del Psi, afferma che «le aziende che delocalizz­ano devono presentare una informativ­a al governo che preveda un piano di reindustri­alizzazion­e e dove si indica il futuro compratore». E aggiunge: «Se hanno preso contributi pubblici, devono restituirl­i con i dovuti interessi». «La vera partita si giocherà adesso — dice Yana Ehm (Gruppo misto) — è il momento che il governo faccia la propria parte, dimostrand­o supporto concreto ai lavoratori di Gkn e del Paese».

Intanto Confindust­ria Toscana polemizza con l’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini che lunedì, dopo la sentenza, ha affermato: «È arrivato il momento di mettersi alle spalle anni di deresponsa­bilizzazio­ne completa delle multinazio­nali. La Costituzio­ne parla di responsabi­lità sociale dell’impresa e di rispetto dei diritti sindacali: due principi che vanno fatti valere». «Le multinazio­nali presenti in Toscana — dice il presidente regionale di Confindust­ria, Maurizio Bigazzi — sono da sempre una grande risorsa per il nostro tessuto economico: fanno oltre il 70% dei nuovi investimen­ti, danno lavoro, innovano. Francament­e non mi aspettavo dall’assessore generalizz­azioni tanto semplicist­iche fuori luogo e ingiuste verso tutte quelle grandi aziende che continuano a investire con fiducia in Toscana».

La mossa I sindacati disertano l’incontro con l’azienda: «Confronto soltanto nelle sedi ministeria­li»

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Corteo La manifestaz­ione di sabato scorso a Firenze

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