Crisi Gkn, politica divisa sulle sanzioni nel decreto
Dopo lo stop ai licenziamenti cresce l’attesa per i provvedimenti anti delocalizzazioni del governo
Niente incontro ieri tra sindacati e Gkn. I lavoratori chiedono il decreto anti chiusure selvagge, i partiti si dividono.
Ieri i sindacati non si sono presentati all’incontro chiesto dall’azienda il giorno dopo la revoca della procedura di licenziamento per i 422 addetti della fabbrica Gkn di Campi imposta dal tribunale del lavoro. «Saremo solo ai tavoli convocati in sedi ministeriali», sottolineano i rappresentati sindacali, ma la battaglia per non far chiudere lo stabilimento sarà ancora lunga. Gkn ha confermato che andrà avanti con la chiusura, la procedura di licenziamento se ripartirà potrà essere chiusa entro l’anno. Dunque — come chiesto da più parti subito dopo la sentenza di lunedì mattina — la palla passa alla politica. Che però è divisa sul decreto anti delocalizzazioni, soprattutto sulle ipotesi di sanzioni alle aziende.
Sul decreto Deborah Bergamini (Fi), sottosegretario per i rapporti con il Parlamento spiega: «Sulle delocalizzazioni è fondamentale che tutte le imprese rispettino le regole. Questo non è il momento di parlare di sanzioni, ma di portare avanti un’analisi specifica ed approfondita del tessuto produttivo italiano. Resta necessario tutelare le imprese da ogni possibile speculazione, seguendo una strada condivisa». E aggiunge: «A breve il governo porterà in Consiglio dei ministri il decreto anti delocalizzazioni. Verranno forniti tutti gli strumenti adeguati. Nello specifico sono previsti i nuovi contratti di sviluppo per quelle aziende che assumeranno prioritariamente i lavoratori prevenienti dalla aziende in crisi». La sottosegretaria la lavoro Tiziana Nisini (Lega) si dice «d’accordo con ministro allo sviluppo economico Giorgetti. Le regole ci sono e devono essere rispettate. Un aspetto riguarda la condotta antisindacale dell’azienda, poi c’è il problema dell’atteggiamento predatorio di alcuni fondi di investimento. Sul decreto sulle delocalizzazioni i ministeri del lavoro e dello sviluppo economico sono in una fase di studio: c’è da tenere una linea di equilibrio e buon senso, salvaguardando i diritti fondamentali dei lavoratori e creando le condizioni migliori perché il Paese attragga le imprese».
«Le delocalizzazioni selvagge sono inammissibili. Bisogna fissare degli obblighi di civiltà e ovviamente sanzioni in caso di mancato rispetto. È evidente — spiega Dario Parrini, senatore Pd — che non significa trascurate la necessità di attuare forti politiche di aumento della capacità di attrarre investimenti. Le due cose sono coniugabili, non alternative». Non è d’accordo Gabrile Toccafondi (Italia Viva): «Occorre scrivere bene una norma che deve disincentivare chi vuole scappare, e magari prima ha ottenuto incentivi ed aiuti economici pubblici e su questo le sanzioni sono più che giuste; ma non deve spaventare chi dall’italia o dall’estero vuole investire seriamente». Riccardo Nencini, leader del Psi, afferma che «le aziende che delocalizzano devono presentare una informativa al governo che preveda un piano di reindustrializzazione e dove si indica il futuro compratore». E aggiunge: «Se hanno preso contributi pubblici, devono restituirli con i dovuti interessi». «La vera partita si giocherà adesso — dice Yana Ehm (Gruppo misto) — è il momento che il governo faccia la propria parte, dimostrando supporto concreto ai lavoratori di Gkn e del Paese».
Intanto Confindustria Toscana polemizza con l’assessore regionale al lavoro Alessandra Nardini che lunedì, dopo la sentenza, ha affermato: «È arrivato il momento di mettersi alle spalle anni di deresponsabilizzazione completa delle multinazionali. La Costituzione parla di responsabilità sociale dell’impresa e di rispetto dei diritti sindacali: due principi che vanno fatti valere». «Le multinazionali presenti in Toscana — dice il presidente regionale di Confindustria, Maurizio Bigazzi — sono da sempre una grande risorsa per il nostro tessuto economico: fanno oltre il 70% dei nuovi investimenti, danno lavoro, innovano. Francamente non mi aspettavo dall’assessore generalizzazioni tanto semplicistiche fuori luogo e ingiuste verso tutte quelle grandi aziende che continuano a investire con fiducia in Toscana».
La mossa I sindacati disertano l’incontro con l’azienda: «Confronto soltanto nelle sedi ministeriali»