«Multe? Meglio tempi più lunghi per licenziare»
Calosi (Fiom): «Ai giganti le multe fanno poco, Roma si muova»
«Le sanzioni a chi chiude come Gkn? Servono poco, meglio obbligare a procedure lunghe un anno con continuità produttiva» dice il segretario Fiom di Firenze Daniele Calosi.
La Fiom Cgil non demorde. Incassata la vittoria di fronte al giudice del lavoro, il segretario Daniele Calosi è pronto a dare battaglia contro i licenziamenti e la chiusura della Gkn ma ora chiama in causa la politica: «Si deve muovere, subito, con il decreto ToddeOrlando. E più che sanzioni, si prevedano tempi lunghi per trovare soluzioni, il vero deterrente per chi vuole solo fuggire».
Calosi, ieri l’azienda vi aveva convocato all’hotel Londra e non vi siete presentati. Perché?
«Non ci siamo presentati perché vogliamo la consultazione, negata finora: ma quella vera. E vogliamo farla nella sede opportuna, al ministero dello Sviluppo economico. Lì l’azienda potrà spiegare le motivazioni per cui ha fatto questa scelta ma, eventualmente, anche quelle per tornare indietro».
Perché, come hanno ricordato tutti (e lo ha fatto pure l’azienda), comunque può licenziare ancora...
«Sì ma non la obbliga nessuno, e soluzioni alternative ci sono. Centrale è però un punto: il governo si deve assumere la responsabilità di questa vertenza».
Abbiamo visto ministri e viceministri alla Gkn di Campi, a incontrare gli operai. Ma si intuisce che il testo del decreto Todde-Orlando è più fatto di incentivi a restare, che di sanzioni per chi va via.
«Per la verità, abbiamo visto viceministri e ministri che hanno promesso, davanti ai lavoratori, che quei licenziamenti non ci sarebbero stati. A oggi, chi ha consentito che il 22 di settembre non arrivassero i licenziamenti, è stato il sindacato, la Fiom, che ha chiesto l’attivazione dello Statuto dei lavoratori, e la straordinaria mobilitazione degli operai Gkn. Ora manca la politica. Quelle promesse si devono trasformare in atti concreti. E significa trovare gli strumenti perché ora alla Gkn, e altri in prospettiva, non scappino licenziando».
Ora avete almeno più tempo.
«Il tempo forse è poca cosa, ma intanto c’è. La proposta di decreto Todde-Orlando l’abbiamo letta sui giornali, il sindacato non è stato informato. C’è anche una proposta dei lavoratori, studiata con un gruppo di giuristi: partiamo anche da quella. Però vede, il tempo è sufficiente. Per cancellare il blocco dei licenziamenti è bastato un decreto da un giorno all’altro. Il governo può essere veloce anche per ridare diritti, no? La lotta dei lavoratori e la strategia Fiom ha pagato, ha riportato indietro le lancette dell’orologio».
Lei è favorevole a sanzioni per chi si comporta come la Gkn?
«La Fiom crede che ci siano anche altri strumenti. Oggi, per i licenziamenti collettivi la procedura è di 75 giorni, per tutte le aziende. Noi chiediamo che per le aziende multinazionali i giorni diventino 365 con la continuità produttiva. E l’azienda se ne può andare solo se ha venduto garantendo i posti di lavoro. Basta cambiare un comma».
Confindustria ribatte: più lacciuoli si mettono, meno investitori esteri ci saranno.
«No, verrà chi vuole davvero investire. Chi viene per chiudere e fare profitti a breve termine non porta investimenti. La norma dei 365 giorni varrebbe per chi chiude per delocalizzazione o riorganizzazione per fare solo profitto. Volete libertà di licenziare? C’è anche la responsabilità sociale».
E le sanzioni?
«Disincentivano ma l’unica vera sanzione è obbligare a vendere in continuità produttiva. Il 2% di multa di fatturato di cui si è parlato, ad un gruppo come Melrose, non smuove nulla. È come per le multe per la velocità: se vai in Vespa, anche 200 euro sono pesanti. Se hai una Ferrari, puoi pagare 2mila euro e trovare qualcuno a cui fai togliere i punti. Sospendi la patente al proprietario della Ferrari multata e vedrai che andrà piano».