Corriere Fiorentino

Un tempo non basta

La Fiorentina parte fortissimo, va in vantaggio con un gol di Sottil e mette più volte in difficoltà l’Inter Poi i campioni d’Italia ribaltano il risultato nel secondo tempo Il rosso a Gonzalez chiude la partita

- Magistrato, Magrini con le pagelle di David Guetta

Un primo tempo spettacola­re non basta alla Fiorentina per avere la meglio sui campioni d’Italia dell’Inter. Troppo evidente il divario tecnico: viola in vantaggio con Sottil. Nel secondo tempo segnano Darmian, Dzeko e Perisic.

Si può esser delusi per la sconfitta, o felici per aver visto una squadra capace per un’ora di regalare spettacolo. Dipende dai punti di vista. Di certo c’è che anche ieri la Fiorentina ha dimostrato di essere una squadra vera. Immatura, magari, ma sicurament­e in grado di vivere un campionato da protagonis­ta e se quello di ieri era un’esame si può dire che i viola sono stati rimandati. Bocciati no, assolutame­nte.

Basta ripensare al primo tempo. Quarantaci­nque minuti giocati guardando in faccia i campioni d’Italia, seguendo alla lettera la parola d’ordine di mister Italiano: coraggio. Un concetto ripetuto ossessivam­ente fin dal ritiro di Moena e ribadito con forza ieri fin dalle scelte di formazione. Se possibile, ancora più offensiva del solito. In difesa per esempio c’era Benassi (un centrocamp­ista) al posto di Odriozola e volendo anche la scelta di Nastasic (più costruttor­e di gioco rispetto a Igor e Quarta) andava in quella direzione. E poi l’attacco. Sottil, Vlahovic e Nico Gonzalez. Tre attaccanti veri. Si torna sempre lì, al coraggio. E a un modo di aggredire le partite che ha permesso alla Fiorentina, nel giro dei primi dieci minuti, di costruirsi almeno tre enormi occasioni. Prima con Nico Gonzalez, poi con un gran sinistro dalla distanza di Biraghi e quindi con un tiro di Vlahovic deviato da Handanovic.

Un avvio a cento all’ora, fatto di aggression­e, cattiveria, personalit­à. Un’invasione di massa della metà campo nerazzurra. Quasi arrogante, la

banda di Italiano. Con la faccia tosta di chi si sente forte e capace di viaggiare su ritmi oggettivam­ente forsennati.

Il vantaggio firmato da Sottil insomma, dopo l’ennesima volata di Nico sulla sinistra, non è stato altro che la logica conseguenz­a di quanto si staare va vedendo sul campo. Un pugile a picchiare duro (la Fiorentina) e l’altro chiuso nell’angolo a incassare un colpo dopo l’altro. Certo, ogni tanto respiravan­o anche Milenkovic e soci e allora l’Inter, da grande squadra qual è, in quei momenti è riuscita a crequalche pericolo. La punizione di Çalhanoglu per esempio, o l’autorete di Nastasic annullata per il fuorigioco di Perisic.

Tra le qualità della Fiorentina però, e lo si era già intuito nelle partite precedenti, c’è anche una sorprenden­te maturità. Sa leggere i momenti delle gare, alternando folate violentiss­ime a fasi più ragionate. Il primo tempo di ieri è stato così: venticinqu­e minuti da rock and roll, fino al vantaggio, per poi riprender fiato. L’errore? Non averla chiusa. Un peccato grave, soprattutt­o se dall’altra parte c’è una squadra, l’Inter, cinica come poche.

E così ecco l’1-1 di Darmian e, poco dopo, l’1-2 di Dzeko. Perché i luoghi comuni saranno forse banali ma hanno sempre un fondo di verità e nel calcio si sa, chi spreca molto spesso paga. Certo, nel ribaltone c’è anche altro. Un calo fisico evidente, prima di tutto, più che comprensib­ile visti gli impegni ravvicinat­i e i ritmi insostenib­ili dei primi 45’. Sarebbe bastato un pizzico in più di concretezz­a, per trasformar­li in punti. E invece, alla fine di una serata bella solo a metà, restano zero punti, il rosso (una ingenuità pesante a questi livelli) rimediato da Gonzalez, il terzo gol di Perisic, e tanti rimpianti.

❞ L’allenatore Scelte sorprenden­ti in difesa? Tre partite in 7 giorni sono pesanti a livello psicofisic­o. Le rotazioni erano in preventivo

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(foto Cambi/ Sestini) Testa bassa Bonaventur­a e Benassi delusi dopo il secondo gol dell’Inter

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