Un tempo non basta
La Fiorentina parte fortissimo, va in vantaggio con un gol di Sottil e mette più volte in difficoltà l’Inter Poi i campioni d’Italia ribaltano il risultato nel secondo tempo Il rosso a Gonzalez chiude la partita
Un primo tempo spettacolare non basta alla Fiorentina per avere la meglio sui campioni d’Italia dell’Inter. Troppo evidente il divario tecnico: viola in vantaggio con Sottil. Nel secondo tempo segnano Darmian, Dzeko e Perisic.
Si può esser delusi per la sconfitta, o felici per aver visto una squadra capace per un’ora di regalare spettacolo. Dipende dai punti di vista. Di certo c’è che anche ieri la Fiorentina ha dimostrato di essere una squadra vera. Immatura, magari, ma sicuramente in grado di vivere un campionato da protagonista e se quello di ieri era un’esame si può dire che i viola sono stati rimandati. Bocciati no, assolutamente.
Basta ripensare al primo tempo. Quarantacinque minuti giocati guardando in faccia i campioni d’Italia, seguendo alla lettera la parola d’ordine di mister Italiano: coraggio. Un concetto ripetuto ossessivamente fin dal ritiro di Moena e ribadito con forza ieri fin dalle scelte di formazione. Se possibile, ancora più offensiva del solito. In difesa per esempio c’era Benassi (un centrocampista) al posto di Odriozola e volendo anche la scelta di Nastasic (più costruttore di gioco rispetto a Igor e Quarta) andava in quella direzione. E poi l’attacco. Sottil, Vlahovic e Nico Gonzalez. Tre attaccanti veri. Si torna sempre lì, al coraggio. E a un modo di aggredire le partite che ha permesso alla Fiorentina, nel giro dei primi dieci minuti, di costruirsi almeno tre enormi occasioni. Prima con Nico Gonzalez, poi con un gran sinistro dalla distanza di Biraghi e quindi con un tiro di Vlahovic deviato da Handanovic.
Un avvio a cento all’ora, fatto di aggressione, cattiveria, personalità. Un’invasione di massa della metà campo nerazzurra. Quasi arrogante, la
banda di Italiano. Con la faccia tosta di chi si sente forte e capace di viaggiare su ritmi oggettivamente forsennati.
Il vantaggio firmato da Sottil insomma, dopo l’ennesima volata di Nico sulla sinistra, non è stato altro che la logica conseguenza di quanto si staare va vedendo sul campo. Un pugile a picchiare duro (la Fiorentina) e l’altro chiuso nell’angolo a incassare un colpo dopo l’altro. Certo, ogni tanto respiravano anche Milenkovic e soci e allora l’Inter, da grande squadra qual è, in quei momenti è riuscita a crequalche pericolo. La punizione di Çalhanoglu per esempio, o l’autorete di Nastasic annullata per il fuorigioco di Perisic.
Tra le qualità della Fiorentina però, e lo si era già intuito nelle partite precedenti, c’è anche una sorprendente maturità. Sa leggere i momenti delle gare, alternando folate violentissime a fasi più ragionate. Il primo tempo di ieri è stato così: venticinque minuti da rock and roll, fino al vantaggio, per poi riprender fiato. L’errore? Non averla chiusa. Un peccato grave, soprattutto se dall’altra parte c’è una squadra, l’Inter, cinica come poche.
E così ecco l’1-1 di Darmian e, poco dopo, l’1-2 di Dzeko. Perché i luoghi comuni saranno forse banali ma hanno sempre un fondo di verità e nel calcio si sa, chi spreca molto spesso paga. Certo, nel ribaltone c’è anche altro. Un calo fisico evidente, prima di tutto, più che comprensibile visti gli impegni ravvicinati e i ritmi insostenibili dei primi 45’. Sarebbe bastato un pizzico in più di concretezza, per trasformarli in punti. E invece, alla fine di una serata bella solo a metà, restano zero punti, il rosso (una ingenuità pesante a questi livelli) rimediato da Gonzalez, il terzo gol di Perisic, e tanti rimpianti.
❞ L’allenatore Scelte sorprendenti in difesa? Tre partite in 7 giorni sono pesanti a livello psicofisico. Le rotazioni erano in preventivo