Il docente contro l’obbligo: «Mi farò sospendere»
Gli insegnanti anti certificato verde si organizzano in chat. Trentaquattro sono fiorentini
Trentaquattro i professori fiorentini, più altri 27 provenienti dagli atenei di Pisa e Siena per un totale di 970 a livello nazionale. Nel tardo pomeriggio di ieri, si componeva così l’elenco dei docenti universitari contrari all’obbligo di green pass che hanno sottoscritto l’appello salito agli onori della cronaca dopo la firma dello storico Alessandro Barbero.
Sono sparsi per l’Italia ma la compagine più attiva, circa la metà di loro, è in riunione permanente in un gruppo privato di Telegram, al quale non si accede senza invito. Si chiama «Professori universitari e personale Tab - no green pass» la stanza virtuale dove ogni giorno oltre 400 docenti si confrontano e scambiano idee e opinioni sui passi da intraprendere per portare avanti la loro battaglia. «La chat serve per organizzarci», spiega Lorenzo Pacini, professore a contratto di Filosofia Politica presso l’UniDolomiti di Belluno. Montecatinese, classe ’94, Pacini è «il docente universitario più giovane d’Italia» e da qualche settimana anche il portavoce del gruppo. «Stiamo producendo materiale divulgativo e mettendo a punto il sito CoScienze Critiche, il nostro canale ufficiale che sarà online la prossima settimana, spiega.
Nonostante il denominatore comune dell’avversione alla carta verde - il green pass introdurrebbe una discriminazione illegittima e ingiusta, contraria ai principi costituzionali, secondo i firmatari sul fronte delle reazioni a essa, i punti di vista divergono. «Ci sono professori che entrano in ateneo senza green pass, facendo atti di disobbedienza civile, come Mattei a Torino, altri che organizzano le lezioni davanti alle sedi universitarie. C’è chi sceglie la didattica a distanza – prosegue Pacini - altri che si fanno il tampone per prendere tempo e decidere cosa fare e altri ancora che non accettano alcun tipo di compromesso».
Su questa linea si è trincerato il professore di Letteratura Italiana Marco Villoresi, il primo docente dell’Unifi ad aver detto apertamente che non si avvarrà del «lasciapassare». In una nota affidata al Miglioverde, spiega che si assumerà le responsabilità della scelta, «accettando sospensione senza stipendio e licenziamento», aggiungendo che, «una volta innescata, la discriminazione non conosce limiti». L’Università non ha commentato l’annuncio che rientra «nella sfera delle decisioni personali», ma ha ribadito che l’ateneo garantisce il diritto allo studio, attraverso il sistema duale della didattica a distanza e in presenza.
❞ Le posizioni Ci sono professori che entrano senza green pass, altri che fanno lezione fuori, chi farà il tampone e chi non accetta alcun tipo di compromesso