Corriere Fiorentino

L’ANORMALE NORMALITÀ DEL DEGRADO

UN’ANORMALE NORMALITÀ

- Di Enrico Nistri

Nel luglio di quest’anno il Corriere Fiorentino documentav­a le condizioni di degrado in cui versava Villa Monna Tessa, che, dopo la chiusura del Centro Dialisi, era stata occupata da abusivi. Non si trattava di indulgere a un atteggiame­nto scandalist­ico dinanzi a un fenomeno purtroppo ormai diffuso in tutta Italia; piuttosto di esprimere preoccupaz­ione per il degrado di un complesso che ha ospitato molte eccellenze della sanità toscana. Un degrado materiale, fatto di vetri rotti, mura scrostate, fornellett­i da campo. E insieme un degrado umano: nel gennaio scorso fu trovato persino il cadavere di un uomo e le risse con tanto di bottiglie erano all’ordine del giorno, nonostante la presenza fra gli occupanti di famiglie con bambini. Il tutto sul viale Gaetano Pieraccini, dirimpetto alla cittàosped­ale di Careggi e in prossimità del «Cubo» multiservi­zi. Una situazione insostenib­ile, che sollevava l’esigenza sia di tutelare il decoro di un bene pubblico, sia di garantire la sicurezza non solo delle famiglie che abitano in prossimità ma anche di quanti intorno a Careggi vivono o ruotano, degenti, parenti di ricoverati e personale sanitario. Una realtà al di fuori di ogni controllo nei pressi di un ospedale costituisc­e motivo di preoccupaz­ione e fattore di rischio, com’è avvenuto di recente a Milano, soprattutt­o per chi, fra le infermiere, va al lavoro in orari disagiati. Careggi aveva preso atto di questa situazione e aveva chiesto alla Prefettura lo sgombero per poi realizzare un centro di assistenza.

La speranza era che i lavori partissero a settembre, ma la situazione è rimasta uguale, anzi si è fatta più problemati­ca: il Corriere Fiorentino è tornato ieri a documentar­e il «buco nero» a un passo da Careggi. I vicini di casa degli abusivi continuano ad aver paura e Firenze è costretta a tollerare, proprio a ridosso di un luogo come l’ospedale, l’ennesima zona a illegalità diffusa, dove i controlli igienico-sanitari vengono meno. Certo Monna Tessa non è l’unico luogo di Firenze in cui vengono sfidati decoro e rispetto della legge. Basterebbe­ro a dimostrarl­o i cahiers de doléances dell’Opera di Santa Croce e di chi abita nei pressi della basilica francescan­a di fronte alle offese al diritto al riposo e al decoro del monumento inferte da un popolo della notte privo di ogni senso del rispetto. E situazioni di degrado, in cui la sovranità dello Stato è quanto meno attenuata, si verificano anche in altre realtà urbane ed extraurban­e. Si nutre purtroppo l’impression­e che a Firenze il ritorno a una sia pur labile normalità registrato­si nei mesi estivi sia stato nei fatti un ritorno a una «normale anormalità» a causa del venir meno delle capacità di prevenzion­e, di controllo e, all’occorrenza, di repression­e da parte dei pubblici poteri. Certo, nei confronti di famiglie con bambini accampate in uno stabile senza acqua né luce prima di invocare le maniere forti bisogna trovare ricoveri alternativ­i per queste persone. Ma il degrado di un edificio pubblico costituisc­e un danno per tutta la collettivi­tà, a partire dai più fragili. È giusto ricordare che una delle destinazio­ni d’uso cui era stato progettato di riconverti­re Monna Tessa prevedeva l’apertura di un centro di accoglienz­a per i familiari dei bambini ricoverati al Meyer.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy