Sconti e garanzie ai proprietari che affittano a prezzi agevolati
Palazzo Vecchio vara l’Agenzia per la casa, obiettivo la «zona grigia» di chi è fuori dall’Erp e dal mercato
Nasce l’agenzia casa del Comune. Si chiama «Fase» e garantirà ai proprietari che affittano con lo sconto (a canone concordato o più basso) 12 mesi di affitto in caso di morosità, sconti sull’Imu, sulle tasse e incentivi per fare alcuni lavori nelle loro case.
«A questo progetto, all’Agenzia sociale per la casa, non abbiamo smesso di lavorare neanche durante la pandemia». Ma mentre il sindaco Dario Nardella lavorava al nuovo servizio per provare a convincere, con incentivi e garanzie, i proprietari ad affittare con importanti sconti a famiglie con redditi non sufficienti a coprire i costi di mercato ma che non possono accedere alle case popolari, la pandemia ha acuito la crisi immobiliare a Firenze. Lo dimostra l’aumento delle morosità per tanti inquilini, con condizioni di affitto non più sostenibili da chi è stato espulso dal mercato del lavoro.
Palazzo Vecchio prova comunque ad affrontare il problema, anche con questo strumento annunciato in campagna elettorale nel 2019 e che prende ora forma con un primo finanziamento (per i prossimi mesi fino a fine 2021) pari a cinquecentomila euro. Si chiama Agenzia sociale per la casa, «Fase», e le iscrizioni al bando sono partite ieri. È rivolto ai nuclei familiari con Isee compreso tra 12 mila e 40 mila euro: cioè poco sotto i tetti per entrare nelle case Erp, il livello massimo è quello per chiedere il contributo affitto. L’obbiettivo è arrivare alla «stipulazione di un contratto di affitto a canone concordato con proprietari privati» spiega l’assessore alla Casa Benedetta Albanese. L’elemento centrale è la garanzia: l’agenzia si fa garante per dodici mensilità di eventuale mancato pagamento nei confronti dei proprietari. In più, se affitta a canone concordato (circa il 30 per cento in meno del prezzo di mercato, a seconda della tipologia) il proprietario ha diritto a una cifra, fino a 3 mila euro, per adeguare gli impianti in vista del subentro del nuovo inquilino. In più, Palazzo Vecchio concede la riduzione dell’Imu dall’1,06 per cento allo 0,57 per cento (e fino allo 0,46 per cento se il canone concordato è inferiore di almeno il 10 per cento rispetto al canone massimo previsto dai patti territoriali), sconti sulla cedolare secca (con la riduzione della tassazione dal 21 per cento al 10 per cento e nessuna spesa di registrazione, bollo, proroghe e risoluzioni) o la riduzione dell’Irpef del 30 per cento nel caso di scelta di regime ordinario. Sconti importanti, anche se i prezzi degli affitti a Firenze sono tornati ad aumentare. Ma forse è la garanzia la vera «chiave» di questa operazione, il motivo più importante per cui tanti proprietari hanno (anche prima del boom degli affitti turistici via Airbnb e simili) smesso di affittare a famiglie per lunghi periodi, timorosi che poi gli inquilini smettessero presto di pagare.
Secondo una stima approssimativa, le famiglie fiorentine nella fascia di reddito interessata all’aiuto dell’agenzia sarebbero 15 mila, in tutta la città. Di queste, 6 mila sono note all’amministrazione perché hanno partecipato ai bandi per le case popolari o a quelli per i contributi all’affitto. Ma a quanti si potrà dare risposta con mezzo milione di euro? Da qui alla fine dell’anno potrebbero essere coinvolti un centinaio di nuclei familiari, considerando i contributi di tremila euro ad appartamento e usando i restanti duecentomila euro come «leva finanziaria» per le eventuali morosità, che difficilmente però scatterebbero subito. Un primo tentativo di aggredire la massa di famiglie in crisi in città.
Il sindaco Nardella, che ha presentato l’agenzia (che verrà gestita da Casa spa) dopo l’intesa con i sindacati dei proprietari e degli inquilini, assicura che in caso di maggiori esigenze Palazzo Vecchio è pronto a fare variazioni di bilancio per aumentare i fondi dell’agenzia (che avrà sede in via Fiesolana, tutte le info su www.comune.fi.it). Perché, spiega il sindaco, «vogliamo aiutare quelle famiglie indebolite dalla situazione economica che non riescono a pagare l’affitto stando sul mercato libero ma che possono pagarlo in un mercato a canone calmierato».
Un fenomeno esteso Quindicimila le famiglie interessate a questi aiuti, ma i primi fondi sono solo per cento
Le agevolazioni Imu quasi dimezzata, cedolare secca ridotta al 10 per cento o Irpef tagliato al 30 per cento