È rimasto soffocato l’operaio trascinato nel rullo
Il risultato dell’autopsia. Ora la consulenza sul macchinario dell’azienda di Campi
È stata una lenta agonia la morte di Giuseppe Siino, l’operaio di 48 anni morto in un incidente sul lavoro venerdì a Campi Bisenzio, in un’azienda specializzata nella produzione di moquette. L’autopsia, eseguita martedì ha rivelato che Siino è morto soffocato dopo essere stato trascinato all’interno dei rulli ai quali stava lavorando. Questo significa che se qualcuno avesse fermato in tempo il macchinario forse ci sarebbe stato il tempo di salvarlo.
Le indagini dei carabinieri e degli ispettori della Asl, coordinati dalla pm Ornella Gasarebbe leotti, dovranno adesso accertare la dinamica dell’incidente. Bisognerà capire se venerdì sera l’operaio si trovava da solo alla macchina e soprattutto se siano state rispettate tutte le procedure di sicurezza.
Bisognerà anche fare luce su una delle ipotesi su cui stanno lavorando gli investigatori e cioè se l’uomo sia stato trascinato nella macchina dopo essere rimasto impigliato nel rullo con l’orologio, trovato schiacciato per terra e con il cinturino rotto. Non si può neppure escludere che l’orologio si sia rotto nel disperato tentativo dell’operaio di sfuggire alla presa della macchina.
Il macchinario che risale al 1996 si trova adesso sotto sequestro e sarà sottoposto a una consulenza tecnica per stabilire anche se vi siano state manomissioni dei dispositivi di sicurezza (cosa che non
emersa dai primi accertamenti). Giuseppe Siino, sposato e con una figlia di 13 anni, lavorava da 18 anni nell’azienda Alma di Campi che conta 120 dipendenti. Aveva fatto a lungo il magazziniere e aveva cambiato incarico da poco. La famiglia è assistita dalle avvocatesse Mascia D’Antona ed Elena Pesenti: «Confidiamo nella magistratura e restiamo in attesa degli accertamenti per comprendere cosa sia successo. È inaccettabile che si muoia ancora sul luogo di lavoro».
La dinamica Le avvocatesse della famiglia: «Restiamo in attesa di capire cosa è realmente successo, ma è inaccettabile che si muoia così»