Le metamorfosi del Pisa capolista E ora la città sogna il grande salto
Prima a punteggio pieno, con il bomber Lucca in mostra e tanti giovani
Soffrendo o dominando. Gestendo o dilagando. Segnando prima o dopo l’avversario, all’inizio o alla fine, coi titolari o con le riserve. Le vittorie del Pisa hanno molte forme, ciascuna elogio di una qualche virtù (estetica, caparbietà, pazienza, intelligenza, concretezza o anche altre, volendo), tutte utili in ugual misura per suffragare il primato solitario dopo cinque giornate di serie B, con 3 punti di vantaggio sull’Ascoli (secondo) e 4 sul Brescia (terzo).
Prevederlo in estate sarebbe stata un’eresia. E infatti nessuno si era azzardato a sbilanciarsi tanto, nemmeno quei tifosi spinti da una fede accecante, per altro ravvivata con la venuta, a gennaio, del neo patron Alexander Knaster. Ora però, avendo visto cadere giù dalla Torre nel giro di un mese Spal, Alessandria, Ternana, Vicenza e per ultimo, martedì sera, il Monza, stanno cominciando a convincersi che questa sia una delle volte in cui la realtà può superare davvero la fantasia. Anche se per invocare i miracoli, giusto per mantenere il riferimento geografico, è presto. Troppo presto. Allenatore, giocatori e dirigenti preferiscono piuttosto godersi la beltà del presente, sperando che duri a lungo e dannandosi affinché non svanisca. Come la piazza a due passi dallo stadio che ha dato celebrità alla città in ogni angolo di mondo, questo Pisa è un complesso di elementi che singolarmente impressionano ma che, se messi assieme, amplificano a dismisura tale sensazione.
E se è vero che la Torre costituisce un’eccezione, Lorenzo Lucca ne raffigura il corrispettivo in nerazzurro, dando per scontata la precisazione sulle debite proporzioni: questione di statura (l’attaccante è alto 2 metri) e di rilevanza, da ricercare non solo nei 4 gol siglati in 5 partite, ma anche negli assist e in un modo di giocare che serve soprattutto alla squadra. Non è certo quel centravanti che aspetta il pallone buono. No, lui viene incontro e lo tocca spesso, perché sa di potergli dare del tu. E segna in tanti modi.
Il Pisa si ritrova in casa un potenziale fuoriclasse, acquistato dal Palermo per un paio di milioni. Chissà quanti ne varrà di qui ai prossimi anni, rammentando che ora ne ha appena 21, compiuti il 10 settembre. Lucca è il finalizzatore di una squadra che vince perché, proprio come piazza dei Miracoli, si mostra nel suo complesso. E pure al suo interno c’è tutto un mondo. Composto non da turisti, ma da giocatori funzionali al punto che Luca D’Angelo, il tecnico, se ne priva il meno possibile: il brasiliano Nicolas in porta, l’islandese Hermannsson e il francese Leverbe in difesa, il tedesco Touré, il rumeno Marin, l’ungherese Nagy e l’austriaco Gucher a centrocampo, l’israeliano Cohen in attacco. Tutti nuovi, o quasi. Integrati così rapidamente (e bene) in un gruppo in cui anche Birindelli (il figlio d’arte), Caracciolo, De Vitis e Masucci (i veterani), Sibilli (la punta dai gol «pronti, via») stanno contribuendo a un primato insperato, ma reale. Da mettere continuamente alla prova. La prossima, domenica pomeriggio, in casa del Parma di Buffon.