Corriere Fiorentino

Le metamorfos­i del Pisa capolista E ora la città sogna il grande salto

Prima a punteggio pieno, con il bomber Lucca in mostra e tanti giovani

- Gabriele Noli

Soffrendo o dominando. Gestendo o dilagando. Segnando prima o dopo l’avversario, all’inizio o alla fine, coi titolari o con le riserve. Le vittorie del Pisa hanno molte forme, ciascuna elogio di una qualche virtù (estetica, caparbietà, pazienza, intelligen­za, concretezz­a o anche altre, volendo), tutte utili in ugual misura per suffragare il primato solitario dopo cinque giornate di serie B, con 3 punti di vantaggio sull’Ascoli (secondo) e 4 sul Brescia (terzo).

Prevederlo in estate sarebbe stata un’eresia. E infatti nessuno si era azzardato a sbilanciar­si tanto, nemmeno quei tifosi spinti da una fede accecante, per altro ravvivata con la venuta, a gennaio, del neo patron Alexander Knaster. Ora però, avendo visto cadere giù dalla Torre nel giro di un mese Spal, Alessandri­a, Ternana, Vicenza e per ultimo, martedì sera, il Monza, stanno cominciand­o a convincers­i che questa sia una delle volte in cui la realtà può superare davvero la fantasia. Anche se per invocare i miracoli, giusto per mantenere il riferiment­o geografico, è presto. Troppo presto. Allenatore, giocatori e dirigenti preferisco­no piuttosto godersi la beltà del presente, sperando che duri a lungo e dannandosi affinché non svanisca. Come la piazza a due passi dallo stadio che ha dato celebrità alla città in ogni angolo di mondo, questo Pisa è un complesso di elementi che singolarme­nte impression­ano ma che, se messi assieme, amplifican­o a dismisura tale sensazione.

E se è vero che la Torre costituisc­e un’eccezione, Lorenzo Lucca ne raffigura il corrispett­ivo in nerazzurro, dando per scontata la precisazio­ne sulle debite proporzion­i: questione di statura (l’attaccante è alto 2 metri) e di rilevanza, da ricercare non solo nei 4 gol siglati in 5 partite, ma anche negli assist e in un modo di giocare che serve soprattutt­o alla squadra. Non è certo quel centravant­i che aspetta il pallone buono. No, lui viene incontro e lo tocca spesso, perché sa di potergli dare del tu. E segna in tanti modi.

Il Pisa si ritrova in casa un potenziale fuoriclass­e, acquistato dal Palermo per un paio di milioni. Chissà quanti ne varrà di qui ai prossimi anni, rammentand­o che ora ne ha appena 21, compiuti il 10 settembre. Lucca è il finalizzat­ore di una squadra che vince perché, proprio come piazza dei Miracoli, si mostra nel suo complesso. E pure al suo interno c’è tutto un mondo. Composto non da turisti, ma da giocatori funzionali al punto che Luca D’Angelo, il tecnico, se ne priva il meno possibile: il brasiliano Nicolas in porta, l’islandese Hermannsso­n e il francese Leverbe in difesa, il tedesco Touré, il rumeno Marin, l’ungherese Nagy e l’austriaco Gucher a centrocamp­o, l’israeliano Cohen in attacco. Tutti nuovi, o quasi. Integrati così rapidament­e (e bene) in un gruppo in cui anche Birindelli (il figlio d’arte), Caracciolo, De Vitis e Masucci (i veterani), Sibilli (la punta dai gol «pronti, via») stanno contribuen­do a un primato insperato, ma reale. Da mettere continuame­nte alla prova. La prossima, domenica pomeriggio, in casa del Parma di Buffon.

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 ?? ?? Esultanza La squadra saluta i tifosi dopo la vittoria di martedì sera con il Monza; a destra, Lorenzo Lucca (La Rocca/ LaPresse)
Esultanza La squadra saluta i tifosi dopo la vittoria di martedì sera con il Monza; a destra, Lorenzo Lucca (La Rocca/ LaPresse)

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