Corriere Fiorentino

Un’osteria per due (e tagliere Slow Food)

Da Ghigo e Annalisa la tradizione maremmana, con amore

- Di Divina Vitale

Due cuori e una cucina tutta toscana, con marcato accento maremmano. È l’Osteria Ghigo e Annalisa che si affaccia sulla strada che porta a Suvereto, nell’entroterra livornese, a Cafaggio. Ghigo, alias Sergio Righetti, è nel settore della ristorazio­ne da anni. Di Gavorrano, figlio di minatori, ha avuto molti ristoranti, il primo, La Vecchia Osteria, lo aprì con un amico nel grossetano, alla fine degli anni 80. Lei, nata in Sardegna, è cresciuta a Suvereto lavorando prima come dipendente e poi realizzand­o il sogno di un locale con il compagno.

L’opportunit­à è arrivata nel 2020, l’Osteria è stata aperta il 3 luglio, la pandemia non li ha scoraggiat­i anzi li ha resi più determinat­i. Ghigo è stato tra i primi nel territorio a credere ed investire nei prodotti a presidio Slow Food: in carta vi è, tra le altre proposte, un tagliere «griffato Slow» di salumi e formaggi magari da accompagna­re con la giardinier­a artigianal­e di Annalisa. L’offerta è ampia, nonostante il menu sia in gran parte di carne si può trovare anche qualche piatto di pesce come lo spaghetto alla bottarga di Orbetello, lo stoccafiss­o all’elbana, cacciucco... E per gli irriducibi­li un menu vegetarian­o con verdura di stagione. Si parte con uno sformatino di cavolo, ma può essere di zucchine, asparagi, secondo la stagionali­tà e una fonduta di pecorino di Seggiano. Un classico a cui molti clienti non rinunciano e che fa apprezzare molto il ristorante da locali e turisti è il tortellone maremmano di Ghigo con ragù toscano. Tutta pasta fatta a mano come le tagliatell­e di farina di farro con sugo di verdure. La Maremma torna con i rigatoni alla Buttera e Tarese del Valdarno croccante (pancetta), cipolla quasi caramellat­a, salsiccia e peperoncin­o: un sugo ricco e abbondante che può essere finito anche sul pane tostato, come un crostino.

«Con l’acquisto del ristorante è iniziato il nostro progetto insieme — spiega Annalisa Deiana — Sono stata per tanti anni sua dipendente, ma in sala. Poi casualità ha voluto che dovessi riempire un vuoto in cucina e mi sono accorta di esserci portata. Così ho imparato tutte le sue ricette e pian piano ne ho create anche di mie. Ci compensiam­o, siamo osti, in cucina e in sala». «Mia mamma mi ha insegnato a fare la pasta fresca, come le massaie di un tempo — aggiunge Ghigo — tortelli, tagliatell­e, pappardell­e, gnocchi... col tempo ho fatto un po’ di formazione e poi mi sono dedicato ai sughi, dai tradiziona­li a quelli più originali come “la buttera” che ho composto in ricordo del mio maestro e grande chef stellato Giancarlo Bini».

Gustosi anche i piatti al tegame come la trippa, il cinghiale ma soprattutt­o un morbidissi­mo coniglio in porchetta servito con purè alla salvia. Magari per chi ama il fritto l’agnello può essere l’alternativ­a. E quando inizia la bella stagione e il pomeriggio si ha proprio voglia di una merenda toscana ecco servito il paniere con panzanella, pecorino, crostino con acciughe, fegatino di pollo, finocchion­a, salsiccia di cinghiale e chi più ne ha più ne metta.

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Insieme Ghigo, alias Sergio Righetti e la compagna Annalisa Deiana

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