Corriere Fiorentino

De Mossi cambia la sua giunta e avvisa la Fondazione Mps

Colella riempie il vuoto alla cultura, Fattorini al turismo al posto del forestiero Tirelli

- Aldo Tani

Squadra che vince, si cambia. Luigi De Mossi, a un anno dalla scadenza elettorale, mette mano alla giunta comunale. Il rimpasto era nell’aria da settimane, ma non sembrava imminente. Atteso semmai dopo l’approvazio­ne del bilancio comunale, previsto alla fine del mese. Invece il sindaco di Siena ha deciso per l’accelerazi­one, inserendo Pasquale Colella alla Cultura, che andrà a ricoprire il posto lasciato libero (con strappo e polemica) da Sara Pugliese, e Stefania Fattorini al Turismo, che sostituirà Alberto Tirelli, messo alla porta. L’avvicendam­ento sarà effettivo dall’inizio di maggio.

«Non è una bocciatura — commenta De Mossi — È una scelta in totale autonomia per proseguire un dialogo stringente con il territorio». Una decisione che va letta soprattutt­o in chiave politico-elettorale. Tirelli era una pedina «sacrificab­ile», in quanto di orientamen­to civico e provenient­e da fuori, da Firenze. A differenza dei nuovi assessori, due figure legate alle Contrade e a mondi rappresent­ativi in città: Fattorini alla Camera di Commercio e Colella all’Università. Un’operazione che può essere etichettat­a come «senesizzaz­ione» della giunta, anche se De Mossi si è soffermato sulla qualità delle figure scelte. Tuttavia, il sindaco non ha voluto anticipare le proprie intenzioni in chiave elettorale: «Se mi candiderò, lo deciderò a settembre». Il centrodest­ra, in realtà, lo ha già investito.

Chiuso il rimpasto, comunicato poco prima alle forze di maggioranz­a, l’attenzione del primo cittadino si è concentrat­a sulla Fondazione Mps: il motivo dominante dell’incontro di ieri con i media. A fine mese l’ente di Palazzo Sansedoni andrà a rinnovare la presidenza e la Deputazion­e amministra­trice. Sembrava tutto fatto per un mandato bis di Carlo Rossi, ma il sindaco non ha gradito l’accelerazi­one degli altri enti nominati avvenuta qualche giorno fa. «Le sportellat­e per le nomine non le faccio, ma non le voglio neppure ricevere», ha detto De Mossi.

In realtà, il problema non è legato alla figura di Rossi. Il sindaco è consapevol­e che senza il via libera dei 4 deputati di nomina comunale, il presidente della Fondazione non può essere eletto: servono infatti 11 voti su 14. Il semaforo verde dovrebbe quindi arrivare, ma sul piatto della bilancia il primo cittadino ha messo tutta la programmaz­ione futura della Fondazione. «Dobbiamo fare un ragionamen­to serio su quello che succederà nel prossimo mandato — ha affermato il sindaco — ci deve essere una chiara individuaz­ione di quel che si può fare per Tls, per il Biotecnopo­lo, per la ricapitali­zzazione della stessa Fondazione (forte anche dei 150 milioni derivanti dall’accordo transattiv­o con Banca Mps, ndr). La Fondazione dovrà fare la sua parte, dobbiamo lavorare tutti insieme come fatto fino a oggi. Il tema non è la singola persona, ma come vogliamo orientare la città nel futuro».

In questa ottica De Mossi ha aggiunto: «Voglio conoscere i progetti da condivider­e col Comune di Siena, serve una strategia comune. Questa amministra­zione, lo sottolineo, non ha chiesto soldi alla Fondazione». Solo un ruolo di primo piano.

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