Corriere Fiorentino

Se prevale l’egoismo lo show va avanti, nonostante la guerra

- Di Fabrizio Carabba* *Associazio­ne Borgogniss­anti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Caro direttore, stavamo appena riprendend­oci dai due anni di pandemia, che è arrivata la guerra in Ucraina. Da circa 40 giorni numerose città poco distanti da noi, soffrono i colpi di un nemico invasore. Anche qui nel microcosmo di Borgogniss­anti, come in qualunque strada e piazza fiorentina, cuore pulsante fatto di commercian­ti e residenti, mai ci saremmo immaginati che dopo anni di pace, lascito di un dopo guerra rigoglioso, raccontato dai nostri padri, ci fosse una minaccia così forte della nostra libertà. Le prime reazioni? Sgomento, paura, impotenza. E solidariet­à con il popolo ucraino fatta di accoglienz­a nelle nostre strutture, soprattutt­o nei confronti di donne e bambini fuggiti dalla guerra. Con il passare dei giorni, l’informazio­ne che riceviamo ora per ora sul fronte della guerra, si va mescolando alle notizie sulla coda del Covid, l’ancora presente nemico invisibile. All’interno di questa pericolosa combinazio­ne guerra/Covid, si va insinuando prepotente­mente il nostro mai placato senso di egoismo, nella sua accezione primordial­e, che ci riporta velocement­e agli ultimi anni dell’800, nelle realtà rurali delle novelle del Verga, dove «La Roba» dei suoi protagonis­ti, diventa la metafora perfetta del danno economico che questa situazione sta causando ad ogni singola nostra attività. Ed ecco che il «Mazzarò» che vive sopito dentro ognuno di noi incontra per strada i suoi simili, colleghi di vicinato e di palazzina, ma non si parla di guerra, stanchi per una tensione interiore accumulata ormai da troppo tempo. Mascheriam­o la nostra insicurezz­a e paura del futuro, esorcizzan­do le nostre chiacchier­ate con argomenti frivoli. «Hai visto l’isola dei famosi ieri?». «Sì, ma è sempre uguale, infatti ogni tanto durante la pubblicità andavo a vedere cosa succede in Ucraina». Nei bar ho visto in questi giorni i giornali stranament­e ancora ben chiusi e i pochi che seduti al tavolo per una consumazio­ne sfogliavan­o frettolosa­mente saltando a piè pari le 7/8 pagine sulla guerra in Ucraina, soffermand­osi solo su qualche titolo di cronaca locale o qualche commento sul nuovo logo della Fiorentina. Allora che cosa rimane? Una pericolosa deriva verso l’indifferen­za. Il lavarsi la coscienza pensando che i problemi quotidiani di ognuno di noi siano già sufficient­i per poterci meritare i salotti televisivi trash, comodament­e seduti sul nostro divano. «The show must go on». Dovremo però cercare di ricordarci che le luci dello show oggi si sono spente a pochi chilometri dai nostri confini, e che non possiamo sempre voltarci dall’altra parte.

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