Corriere Fiorentino

Norme e buon senso PER CHI SUONA IL VIOLINO? FIRENZE E DECORO

- SEGUE DALLA PRIMA Roberto De Ponti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Se nelle vie del cibo gli affamati consumator­i scambiano il porfido per una spazzatura, lasciando a terra carte, unto, resti e schifezze varie, è vero, sì, dovremmo intervenir­e e multare, ma come possiamo farlo con tutti gli avventori maleducati? Ci aiutino i gestori dei locali, in fondo sono loro che incassano, noi al massimo controllia­mo. Il barista non chiede il green pass ai clienti e pensa che le norme anti Covid non valgano un caffè venduto in meno? Certo, se ce ne accorgiamo lo riprendiam­o e lo multiamo, ma in fondo è un reato piccolo, non possiamo fisicament­e girare per ogni locale a fare i vigili. E se i garage privati utilizzano il suolo pubblico per fare più incasso, intralcian­do il traffico e occupando i marciapied­i e le strisce pedonali, che cosa possiamo dire? Chiediamo al titolare di spostare le auto, tanto lo sappiamo che se dovessimo ripassare anche soltanto un’ora più tardi troveremmo tutto come prima. Che facciamo, li multiamo? E che dovremmo fare nei weekend quando le strade all’interno della Ztl sono affollate di auto senza contrasseg­no? Rimuoverle tutte? In piazza del Carmine non sapremmo nemmeno da che parte cominciare, ma basta andare nelle vie dietro la Biblioteca Nazionale per trovare i marciapied­i pieni di automobili in divieto di sosta, lo sappiamo bene, però mica possiamo rimuoverle tutte, tanto i pedoni camminano tranquilla­mente in mezzo alla strada, le auto a quell’ora non si muovono. E le bancarelle abusive sul Ponte Vecchio? Sì, ogni tanto intimiamo di andarsene, multiamo pure, ma poi tornano, che possiamo farci? Il nostro compito è amministra­re, gestire. Ed è vero. Così come è vero che le multe sono aumentate. Così come è vero che le forze sul territorio sono quelle che sono. Poi però succede che un giorno in piazza Duomo arrivi Veronika, una ragazza di 19 anni. Che arrivi dal Donbass violentato dalla guerra. Che suoni un violino e che sulla custodia dello strumento appiccichi un biglietto in italiano (che non parla) con scritto «Ciao, vengo dall’Ucraina, la guerra ha preso la mia casa». E succede che chi deve controllar­e il rispetto delle regole se ne ricordi e non gestisca più, ma applichi. E allontani una ragazza che in silenzio, lacrime agli occhi, ripone il violino nella custodia, con grande dignità, senza una protesta, davanti allo sguardo comprensiv­o dei passanti. E pure di uno dei vigili: «Mi piange il cuore», confessa mentre la ragazza si allontana. Da oggi Veronika, grazie all’intervento del sindaco Nardella, potrà suonare il suo violino in conservato­rio: era proprio necessario allontanar­la da piazza Duomo? Così il decoro di Firenze è salvo, ora i turisti potranno godersi il campanile di Giotto senza essere disturbati da Veronika. Il buon senso invece no.

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