Corriere Fiorentino

Anastasio, oltre il rap «Adesso mostro un’anima melodica»

Dalla rabbia alla poesia: avevo bisogno di crescere

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Da Meta di Sorrento a Sanremo, passando per X Factor; da Raiuno (nella trasmissio­ne Una storia da cantare, con una reinterpre­tazione de La Guerra di Piero di De André) ai palcosceni­ci di tutta Italia. Il percorso di Anastasio continua con il «Mielemedic­ina Tour 2022», dedicato al suo ultimo album (dall’omonimo titolo ispirato da una frase di Lucrezio), che arriva stasera, ore 21, al Viper Theatre di Firenze.

«Il miele è la musica: serve a far arrivare in maniera più indolore possibile messaggi importanti», spiega il cantautore 25enne che torna sui palchi dopo due anni di silenzio dal disco di esordio, Atto zero.

«Ho avuto bisogno di vivere, esplorare e crescere, per avere qualcosa di nuovo da scrivere». Sono tutti più melodici, rispetto ai precedenti, i nove nuovi brani in cui Anastasio dimostra di essere passato dalla rabbia alla poesia. «Ho sempre posseduto anche la cifra melodica. Ma prima credevo che il mio linguaggio di elezione fosse il rap; ora ho capito di non avere un solo linguaggio. Quando scrivo, mi sento libero», dice Marco Anastasio. «Sono cresciuto come un ragazzo di paese alla ricerca di avventura e adrenalina, che si ribellava per fuggire dalla monotonia. X Factor

ha rappresent­ato uno spartiacqu­e tra le mie prime prove d’autore — a cominciare dal foglietto pieno di cancellatu­re su cui a 15 anni scrissi il mio primo brano ispirato a una delusione amorosa — e il profession­ismo. Ora sto ancora cercando di capire dove andare con la mia arte», ammette.

Dal poeta marchigian­o

Massimo Ferretti a Bukowski, da Baudelaire alla Bibbia: tantissime le citazioni nelle nuove tracce. Tra le quali spicca E invece, sequel di Rosso di rabbia, presentato a Sanremo 2020, che conclude la saga del Sabotatore. «Superando il concetto della bomba inesplosa, sono arrivato a pensare che se nessuno si prende sul serio, bisogna usare armi di plastica, come cavalli di Troia, per sabotare l’ingranaggi­o della quotidiani­tà», spiega. Si intitola invece Tubature il brano in cui collabora con Stefano Bollani, che l’ospitò nella sua trasmissio­ne tv. «Ci divertiamo a giocare con jazz e rap, che in Italia dialogano poco», dice , impaziente di tornare in Toscana, di cui ha due ricordi: l’incursione notturna alle terme di Saturnia assieme a Leo Gassman, e la Fiorentina mangiata a Firenze con i Bowland.

Caterina Ruggi d’Aragona

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Set Anastasio fotografat­o da Valerio Nico

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