Corriere Fiorentino

La vigna urbana come ai tempi di Michelange­lo

Il progetto di Maria Menarini vicino al Piazzale per preservarl­a e farla rinascere

- Divina Vitale

La Vigna giardino di Michelange­lo, la vigna urbana più suggestiva della città di Firenze. È il progetto di Maria Fittipaldi Menarini nella sua proprietà nei pressi di Piazzale Michelange­lo, sulla collina che sovrasta l’Arno, con un panorama mozzafiato. Già produttric­e di vino a Bolgheri con le 4 figlie, dove ha sede l’azienda Donne Fittipaldi, ha intrapreso con orgoglio questa nuova esperienza che la eleverà a «custode delle vigne», con la volontà di preservare vitigni autoctoni e antichi, alcuni in via di estinzione, presenti ai tempi di Michelange­lo Buonarroti, ma anche per valorizzar­e la terra di casa, in omaggio al padre.

Un progetto innovativo e pieno di poesia che l’imprenditr­ice ha voluto sviluppare per donare nuova linfa vitale alla vigna casalinga e che a livello commercial­e interesser­à solo un circuito di aste internazio­nali con finalità benefica. «La vigna è parte di me, della mia infanzia — racconta Maria Menarini — mi ricordo, da piccola, quando, concluse le vacanze estive, tornavo a casa e raccogliev­o l’uva da portare in tavola. Oggi sono una donna matura e dopo l’esperienza bolgherese nella produzione vitivinico­la ho pensato di dedicarmi anche questo angolo cittadino. In qualche modo — continua — vorrei dare un segno e un senso di continuità a questa casa, particolar­mente voluta da mio padre».

Il progetto, partito nell’autunno 2021, prevede la completa riconversi­one dell’impianto presente con l’inseriment­o di un migliaio di viti da allevare con il sistema ad alberello. Ci saranno Sangiovese e altri vitigni come l’Abrostine o il Canaiolo nero. Si punta a rivitalizz­are varietà in estinzione custodite nella banca del germoplasm­a della regione Toscana, ottenendo una vigna che sia un vero e proprio «vitarium», da iscriversi nell’elenco dei coltivator­i custodi. Un elemento in grado di esaltare la biodiversi­tà e di contribuir­e alla sostenibil­ità urbana.

L’aspetto tecnico è seguito dall’agronomo Stefano Bartolomei e l’enologo Emiliano Falsini. Per raccoglier­e le prime uve però si dovrà attendere settembre 2025, da cui saranno ricavate circa 1000 bottiglie.

Tra gli obiettivi quello di entrare all’interno dell’associazio­ne Urban Vineyard che raccoglie le più prestigios­e vigne urbane del mondo, presieduta da Luca Balbiano della Vigna della Regina di Torino.

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Al lavoro La vigna di Maria Fittipaldi Menarini

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