A Pisa niente più esami a distanza Ma negli atenei di Firenze e Siena...
Fine dello stato di emergenza, si torna verso la normalità. Con alcune eccezioni
Solo esami in presenza nelle università toscane, o quasi. Pisa è rigida: non ammette deroghe dopo la fine dello stato d’emergenza. Firenze e Siena un po’ meno: puntano al massimo di ritorno alla normalità ma lasciano qualche spiraglio per gli esami in remoto. Proprio perché il Covid non è ancora stato sconfitto. Il mondo del lavoro si interroga sullo smart working e in generale il mondo si interroga se tornare alla vita di prima, come se la pandemia non ci fosse mai stata. O se continuare a farci i conti. L’Università non è da meno, ma con la differenza che gli esami, se in remoto, pongono problemi di sicurezza che in altri settori della vita sono meno stringenti. Con la fine dello stato di emergenza il tema diventa caldo: quale strada intraprendere?
Per l’Ateneo pisano il Covid non rientra più fra le cause che permettono lo svolgimento dell’appello a distanza. Una decisione presa durante lo scorso senato accademico e poi ribadita durante il consiglio d’amministrazione, e che entra in vigore da lunedì. Un cambio di regime contestato dagli studenti di «Sinistra Per» che hanno organizzato un presidio: «Non pensavamo di dover ribadire che il Covid c’è ancora» spiega Alice Caliendo. «Abbiamo chiesto che almeno venisse concesso un mese di proroga ma non è stato accettato mentre è stata accordata la possibilità di riunioni a distanza per gli organi accademici». Dall’Ateneo fanno sapere che durante gli esami verranno comunque garantiti spazi adeguati per il distanziamento e la possibilità di seguire le lezioni a distanza. Ma gli studenti sperano in un cambio di rotta fra qualche mese quando si voterà per il nuovo rettore. Nella speranza di una linea più morbida.
Quella che hanno adottato a Firenze e Siena. In San Marco sono state approvate dal consiglio di amministrazione le linee guida valide a partire da lunedì. Anche qui si va verso
un progressivo ritorno alla normalità: «I principali cambiamenti che progressivamente riducono le restrizioni dovute alla pandemia — si legge in una nota — riguardano l’accesso ai plessi didattici per le lezioni, che sarà libero nel limite dei posti previsti, e l’accesso alle sedi del sistema museale che non avrà restrizioni. Gli esami saranno di regola in presenza (ma) gli studenti potranno richiedere di svolgerli a distanza in caso gravi motivi di salute», fra i quali è compreso il Covid.
Siena punta sulla presenza obbligatoria da prima che finisse lo stato di emergenza. Nella circolare del 15 marzo l’Ateneo dichiarava: «Dal 1 aprile tutti gli esami si svolgeranno esclusivamente in modalità in presenza. Solo in casi eccezionali, in presenza di una dimostrata positività al Sars-Cov-2, o di isolamento obbligatorio, potrà essere consentito lo svolgimento delle prove di esame a distanza, a condizione che lo studente(essa) fornisca prova della propria impossibilità a partecipare in presenza». La discrezionalità rimane in capo al docente che valuterà caso per caso.
Mentre per le lezioni resta la possibilità della modalità a distanza fino al termine della sessione. Queste misure sono state applicate, tenendo presenti gli indirizzi ministeriali, ma agendo in autonomia. Nel frattempo, l’università ha anche fornito i dati del bilancio 2021: l’ultimo siglato dal rettore uscente Francesco Frati. L’ateneo ha chiuso il consuntivo con un utile di quasi 15 milioni, il migliore degli ultimi sei anni. In crescita anche i proventi, che sfiorano i 200 milioni. «Un risultato molto consistente — ha detto il rettore — mette a disposizione risorse importanti per i futuri investimenti e per iniziative specifiche contingenti con il presente momento storico».