Sindaci del Pd divisi sulla centrale geotermica
Ieri assemblea dei comitati contro l’impianto Sorgenia ad Abbadia San Salvatore
Uno degli ultimi PIENZA (SIENA) ostacoli per la realizzazione della centrale geotermica scadrà domani a mezzanotte. Entro questo termine il ministero dei Beni culturali dovrà decidere se presentare ricorso alla presidenza del Consiglio sulla concessione della Via (valutazione d’impatto ambientale) data dalla Regione sull’impianto di Sorgenia. «Noi continueremo a opporci, potremmo arrivare anche a Strasburgo», dice Nicoletta Innocenti, portavoce del Coordinamento ecosistema Val d’Orcia. Lo stabilimento dovrebbe sorgere ad Abbadia San Salvatore (Siena), non troppo distante dall’area patrimonio Unesco. Una collocazione che ha suscitato polemiche, così come la tecnologia: si tratta di una centrale a ciclo binario e in Italia sarebbe la prima. «I fluidi sono prelevati da una parte e reinseriti da un’altra, anche a distanza di anni. Il tutto a chilometri di profondità — sottolinea il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo — questo meccanismo può comportare degli scompensi nel terreno e dare luogo a fenomeni sismici».
La sua contrarietà, che è stata decisiva per bloccare altri impianti simili in Campania, va di pari passo con quella di altri studiosi e della Soprintendenza di Siena, che ha dato parere negativo. «In realtà, ne ha dati cinque», precisa Innocenti. I comitati del territorio si sono ritrovati ieri a Pienza per fare il punto della situazione.
C’erano amministratori locali e regionali, come la consigliera M5S Irene Galletti. Mancavano rappresentanti del Pd, che in questa partita ha seguito a tutti i livelli le direttive del presidente Giani. Una presa di posizione che ha spaccato anche l’Unione dei Comuni della Val d’Orcia. Piancastagnaio e Abbadia a favore, Radicofani e Castiglione d’Orcia contro. «La centrale rischia di creare gravi danni alle sorgenti termali — sottolinea Claudio Galletti, sindaco dem di Castiglione — va bene il partito, ma prima devo pensare alla mia comunità».