Corriere Fiorentino

Un anno senza Luana: la rabbia della mamma, l’omaggio del paese

Il 3 maggio scorso l’incidente che uccise la giovane operaia, Montemurlo le dedica la festa patronale

- Bernardini

MONTEMURLO (PRATO) Il 3 maggio di un anno fa moriva in un’azienda tessile di Prato Luana D’Orazio, la giovane operaia (22 anni), diventata un simbolo delle vittime sul lavoro. La rabbia della mamma: «Niente me la porterà indietro». E Montemurlo le dedica la festa patronale.

MONTEMURLO (PRATO) Oggi, 3 di maggio, ricorre la festa patronale di Montemurlo, oltre che il compleanno di Emma Marrazzo, una donna che ha perso la sua giovane figlia all’improvviso in un giorno di primavera, proprio mentre la credeva al sicuro. Ma né il Comune più popoloso della provincia di Prato, né la donna che negli ultimi 12 mesi ha fatto del suo dolore un carburante per ottenere migliori condizioni di sicurezza per i lavoratori, potranno mai più festeggiar­e con lo stesso spirito. Tutto, da questo stesso giorno dello scorso anno, parla infatti di Luana D’Orazio. Della sua tremenda fine, a soli 22 anni, con un bambino di cui era diventata madre solo 5 anni prima.

L’operaia era stata agganciata dall’orditoio di campionatu­ra dell’azienda in cui lavorava da pochi mesi come apprendist­a. La ditta — antenze. in attività — si chiama proprio come lei, «Luana». Un particolar­e su cui la ragazza amava scherzare, anche in nome del buon rapporto che aveva con la sua titolare, Luana Coppini.

La vita spezzata della giovane, però, ha segnato una cesura anche tra la famiglia della ventiduenn­e scomparsa e quella dell’imprenditr­ice, oggi a processo insieme con il marito Daniele Faggi e a un tecnico manutentor­e: sono tutti accusati di omicidio colposo e della rimozione dolosa di quelle barriere che — stando alle indagini della procura — avrebbero potuto evitare l’irreparabi­le. «Luana non me la riporta indietro niente e nessuno», dice oggi sua madre. Quasi a suggerire che la verità giudiziari­a da stabilire ha comunque poco a che fare con un’altra giustizia, quella che ha già dato la più definitiva delle sue senUna sensazione che si può riscontrar­e in tutti quelli che avevano amato Luana prima che la sua memoria occupasse un ruolo ingombrant­e per l’intero Paese, quello di simbolo di una tragedia a ciclo continuo che va in scena ogni giorno e che solo nell’anno della sua scomparsa ha fatto altre 1.403 vittime. «Quando sono da solo divento triste — dice il fidanzato — dopo un anno non accetto, ma concretizz­o che non torna. Che i progetti che avevamo insieme, come la convivenza, non si potranno realizzare. Fa male. Un conto è la convivenza, un altro conto

Dolore

Il fidanzato: «Fa male passare dalla convivenza ad andare a pregare da lei al cimitero». Il ricordo in fabbrica degli ex colleghi

è andare a pregare da lei al cimitero»». Così, il sindaco di Montemurlo Simone Calamai, ha deciso di dedicare la festa patronale all’operaia, mentre la madre ha deciso di continuare a vivere lottando. Per la causa degli infortuni sul lavoro da evitare — «Non si può festeggiar­e, sul lavoro c’è una vera e propria guerra», ha detto alle soglie del primo maggio — e per quel nipote che vive con lei ricordando­le ogni giorno che c’è una vita che va avanti. In un anno, c’è da annotare, è cambiato tutto nelle vite di questa famiglia, ma poco nel resto del mondo intorno a loro.

I numeri degli infortuni sul lavoro sono addirittur­a in aumento, mentre il processo per accertare le responsabi­lità sulla morte della giovane è fermo a un rinvio della prima udienza che si dovrebbe svolgere il 22 settembre. Sarebbero in corso tentativi di dialogo tra la procura e gli avvocati dei due principali imputati — Luana Coppini e Daniele Faggi — per cercare la via di un patteggiam­ento.

Oltre che nella menzione della festa patronale di Montemurlo, il ricordo Luana vivrà nella messa delle 18 alla chiesa di Santa Maria a Spedalino — tra Prato e Pistoia, poco distante dall’abitazione dei D’Orazio — a cui parteciper­anno i genitori dell’operaia scomparsa e la famiglia del suo fidanzato. Gli ambienti vicini alla titolare della ditta in cui è trovata la morte si sono chiusi in un silenzio prolungato, da cui tuttavia trapela che anche in azienda non sarà un giorno come un altro: tra i dipendenti ci sarà un momento di ricordo, che tuttavia nessuno ha tenuto a pubblicizz­are o rendere ufficiale.

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Luana D’Orazio
Vittima Luana D’Orazio
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Omaggio A destra il murales dell’artista Jorit nel quartiere Pigneto a Roma dedicato a Luana D’Orazio Sopra la mamma di Luana durante i funerali
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© RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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