Corriere Fiorentino

Crac della Ciet, condannato a 2 anni e 6 mesi l’ex presidente dell’Arezzo

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AREZZO È stato condannato a due anni e sei mesi l’ex presidente dell’Arezzo calcio e dell’azienda Ciet, specializz­ata in impianti telefonici. La condanna per Piero Mancini — relativa per uno dei capi di imputazion­e contestati sul crac del suo gruppo imprendito­riale — è scattata per la distrazion­e nel 2000 di un fondo a titolo personale di circa 2 milioni di euro, accusa che Mancini ha sempre respinto come le altre e per la quale era stato assolto in un altro procedimen­to per evasione fiscale. Il collegio del tribunale di Arezzo, presieduto dal giudice Filippo Ruggiero, lo ha assolto per il filone sull’Arezzo calcio, che era la parte più sostanzios­a della requisitor­ia del pm Marco Dioni. Nel complesso, infatti, dei 60 milioni di crac che erano stati inizialmen­te contestati a Mancini e ai suoi collaborat­ori accusati di bancarotta fraudolent­a, il pm Dioni nella sua accusa ne ha considerat­i 20 tra cui 13 ascritti proprio all’Arezzo calcio. Il pm aveva chiesto una condanna di 5 anni. «Non ho mai distratto un centesimo per me né dai conti della Ciet né dell’Arezzo calcio — ha commentato Mancini — Sono sempre rimasto sulla barca insieme ai miei dipendenti per dare lavoro. L’amarezza però per la fine di una ditta come la Ciet che dava lavoro ad oltre 200 persone mi rimarrà fino alla morte. Peccato anche per l’Arezzo calcio, società fallita per nulla». Condannato a 2 anni un collaborat­ore di Mancini, tra gli amministra­tori di società del gruppo. Tra gli assolti anche una figlia di Mancini.

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