Da Basilea: «Fidatevi di Cabral, è il 9 del futuro»
«A Basilea si sentiva a casa, è un bravo ragazzo e ho ottimi ricordi del tempo passato insieme, ma le emozioni più forti sono quelle legate ai gol fantastici che ha segnato. Ho ancora in testa la prestazione contro gli svedesi dell’Hammarby nelle qualificazioni alla Conference League». Inizia così il racconto di Philipp Kaufmann, dirigente e tecnico (del vivaio) del vecchio club di Arthur Cabral, dove oggi ricopre il ruolo di responsabile della prima squadra. Era il 19 agosto e il brasiliano schiantava gli avversari con una tripletta in cui c’era tutto il repertorio: stacco di testa imperioso su punizione, tiro a giro da fuori, rigore. «Quello che mi è sempre piaciuto di lui — spiega — e credo sia il suo punto di forza, è che non aveva bisogno di troppe chance per segnare, in area è cinico, sa sfruttare le occasioni. È un tipico numero 9 con il fisico per combattere». Tutto confermato dai numeri: 65 gol e 17 assist in Svizzera. Con i colori viola, al contrario, è fermo a due reti in 13 presenze, anche se una molto bella contro il Napoli. «Cabral — aggiunge Kaufmann — ha quelle giocate per cui le persone vanno volentieri allo stadio, credo sia questione di ambientamento. Ha bisogno di tempo per adattarsi e capire la filosofia di gioco, è normale perché è giovane. Conosco la Serie A, è un campionato certamente più tattico di quello svizzero, quello che gli consiglio è di continuare a lavorare sodo giorno dopo giorno, migliorando ancora di più quell’attenzione per i dettagli che gli può permettere di crescere tatticamente». «Fare bene a Firenze — conclude — può spianargli la strada anche in Nazionale visto che tra gli attaccanti brasiliani non ce ne sono tanti con il suo fisico e le caratteristiche di un 9 puro».