Corriere Fiorentino

TANTE VOCAZIONI, UN PERICOLO

- Di Mario Lancisi

Ogni venerdì, in piazza Tasso, i produttori agricoli della comunità Mondeggi bene comune vendono i loro prodotti: insalata, cetrioli, baccelli, i pomodori d’estate, le verdure di stagione, insomma. Nel segno di un’utopia sociale e culturale: un’agricoltur­a in grado di sfuggire al controllo delle grandi multinazio­nali e di affermare nuove relazioni sociali nella Toscana della mezzadria: il padrone è chi la terra la coltiva e non chi ne riscuote la rendita. Si sa che le utopie hanno il meriggio corto per cui il più delle volte si tramutano in rapidi tramonti. Il comitato Mondeggi bene comune è nato nel luglio del 2012, dopo che il governo Monti aveva deciso, per ripianare il debito pubblico, di vendere il patrimonio pubblico. Tra i beni da vendere rientrò anche Mondeggi, un patrimonio storico, risalente al XIV secolo e immerso nella dolce campagna di vigneti e di oliveti di Bagno a Ripoli. Fu allora che associazio­ni, comitati e cittadini decisero di impedirne la vendita occupando terreni e casolari e dando vita ad una contesa durata un decennio e che ora sembra giunta ad una svolta. La Città metropolit­ana, con 52 milioni dei 157 che le arriverann­o dal Pnrr, ha deciso infatti di finanziare un maxi piano per recuperare la tenuta di Mondeggi: saranno restaurati la villa, il giardino, i casali e le cappelle mentre i terreni saranno ripartiti in sette poderi, ciascuno con il proprio casale.

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