Autolinee Toscane, primi sei mesi «Difficile salire su un bus in corsa»
L’Ad Laugaa: stiamo facendo un’impresa. Palazzo Vecchio: poche corse saltate, ora più linee in centro
«Siamo saliti su un bus in corsa e, nonostante le difficoltà, abbiamo cominciato a cambiarlo totalmente e senza mai fermarlo», dice Jean-Luc Laugaa, amministratore delegato di Autolinee Toscane. Che aggiunge: «Stiamo facendo una grande impresa: un
passaggio di gestione da 22 società diverse a una soltanto per tutta la regione». Un passaggio cominciato il primo novembre 2021, sei mesi fa esatti. Un passaggio denso di ostacoli ma su cui si può già fare un primo provvisorio bilancio.
Qualche bus arancione gira ancora, ma sono sei mesi che Ataf non esiste più, come altre aziende locali del trasporto pubblico su gomma. Dal primo novembre 2021 infatti il servizio in tutta la regione è gestito da Autolinee Toscane, realtà del gruppo francese Rapt. Ed è tempo di un primo bilancio.
«Siamo saliti su un bus in corsa e, nonostante le difficoltà, abbiamo cominciato a cambiarlo totalmente e senza mai fermarlo», premette Jean-Luc Laugaa, amministratore delegato di Autolinee Toscane. Che aggiunge: «Stiamo facendo una grande impresa: un passaggio di gestione da 22 società diverse ad una soltanto per tutta la regione, dopo 7 anni di contenzioso con gli immaginabili ritardi, in una pandemia che ha portato fino a oltre 700 autisti malati al giorno, per non parlare dell’altro personale». Il passaggio di testimone sembra sia stato complicato anche dal fatto che oltre duecento bus ed altrettanti autisti che sulla carta dovevano passare dalle varie aziende ad At non lo hanno fatto per pensionamenti o perché i mezzi erano troppo vecchi per essere utili, e il manager conclude: «Nonostante tutto, abbiamo garantito la continuità, mettendo le basi per creare un’unitaria azienda regionale, da Firenze a Zeri, da Lamporecchio a Grosseto, così dare una risposta più efficiente ed omogenea a tutti i toscani». Dall’azienda spiegano che solo nel primo anno, tra acquisizione dei beni, nuovi bus e impianti, At ha investito oltre 280 milioni di euro, che da gennaio 2022 ad oggi ha assunto 125 persone, che sta partendo l’«Accademia» dove i giovani potranno prendere la patente e poi continuare la formazione; e che da novembre 77 nuovi autobus sono entrati in servizio. Non solo, il 30% dei biglietti è «smaterializzato», cioè on line, e sono partite le collaborazioni con Moovit e Telegram per offrire informazioni sulle linee e sul passaggio dei bus. Infine su richiesta di Regione e Comuni, a Firenze è stata attivata la nuova linea per liceo Agnoletti e ripristinati bus C1 e C3 con previsione
di riattivare a breve anche la linea il C2 (l’unica solo elettrica).
«Fin dall’inizio Autolinee Toscana ha detto che sarebbe servito almeno un anno per essere a regime e raggiungere i primi obiettivi e siamo ancora lonati da quel termine — dice l’assessore alla mobilità di Palazzo Vecchio, Stefano Giorgetti — Stanno ancora lavorando per assumere autisti, fatto fondamentale per il servizio e per incrementarlo, per i nuovi progetti come noi gli abbiamo chiesto per più linee e più corse nel centro storico, anche per valutare con la Ztl estiva nuovi orari delle limitazioni. Il servizio è abbastanza regolare, saltano il 2% dei chilometri previsti,
sulle linee forti 2-3 corse sulle 180 giornaliere, dati buoni, e dai cittadini non ci arrivano particolari segnalazioni». Intanto è stato raggiunto l'accordo con At per l’attivazione da agosto del nodo di interscambio in piazza Vittorio Veneto e dal primo settembre di piazzale Montelungo, dove si fermeranno le linee extraurbane, alleggerendo la zona della stazione. «L’avvio è stato difficile, Busitalia non ha permesso un percorso parallelo ad At nei mesi prima del passaggio del servizio, e ancora ci sono criticità, che aumenteranno con i cantieri della tramvia — dice Riccardo Tozzi della Filt Cgil — Le assunzioni ci sono, anche ieri sono arrivati tre ragazzi, ma
ci aspettavamo qualcosa di più. I cittadini? Forse brontolano di meno perché sono rassegnati, vedono gli stessi problemi di sempre». «Resta la carenza di personale, che incide su tutto il servizio — aggiunge Paolo Panchetti, della Fit Cisl — e dopo l’estate, quando finalmente arriveranno le prime nuove divise, ci sarà il tema caldo della riorganizzazione del servizio sui “lotti deboli”, su cui la Regione dovrà essere garante. Il dialogo con l’azienda è continuo, anche per necessità, con la ricerca di soluzioni e ci impegniamo per ridurre i disagi dei lavoratori. Che si riverberano sempre sul servizio».
Il passaggio di gestione da 22 società diversa a una, 7 anni di contenzioso e il Covid: abbiamo comunque garantito la continuità