Una scossa forte, poi un’altra dopo ore Gente in strada a Firenze e nel Chianti
Alle 17.50 e alle 22.14, epicentro tra San Casciano e Impruneta. Danni nel centro abitato di Luiano
Due forti scosse, una verso le 17 e 50 di magnitudo 3.7, l’altra dopo ore, verso le 22 e 14 di magnitudo 3.4. Stesso epicentro, a 10 e poi 9 chilometri di profondità sotto il lago di Luiano, un laghetto al confine tra i Comuni di San Casciano in Val di Pesa e Impruneta. Ma il terremoto si è sentito distintamente anche a Firenze città, così come fino a Siena e oltre Pistoia, fino all’Emilia, e ancora sulla costa toscana. Una grande paura, che ha portato tante persone ad uscire di corsa di casa riversandosi in strada già nel pomeriggio, soprattutto nei Comuni di Impruneta e San Casciano. Poi in serata, un altro colpo forte, di nuovo tutti in strada, qualcuno che decide impaurito di passare la notte in auto.
Grande spavento ma pochi danni segnalati. Una crepa nella chiesa di San Martino a Cofferi, a Mercatale Val di Pesa, rilevata dopo un sopralluogo del sindaco e della Protezione civile, danni a una chiesa e a una casa nel centro abitato di Luiano, di cui si è valutata l’evacuazione per precauzione. Sono state registrate altre piccole scosse, prima e dopo quelle principali, in tutto 14 fino alle 23.
I Comuni di San Casciano, Impruneta, Bagno a Ripoli e Rufina hanno disposto ispezioni di controllo a scuole, palestre, biblioteche. «Anch’io mi sono subito riversato in strada, come quasi tutti i cittadini — racconta il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei — dal secondo piano degli uffici a Tavarnuzze. Il telefono frigge di telefonate di cittadini, ma abbiamo dovuto evacuare gli uffici». Ma, aggiunge, «una scossa di magnitudo 3.7 mi tranquillizza, perché nel 2014 ne abbiamo avuta una di 4.2 senza danni».
Vicinissimi all’epicentro, all’azienda agricola Cofferi, raccontano di «una scossa durata tre o quattro secondi, una bella botta». Identico racconto, poco distante all’azienda agricola Podere: «Abbiamo avuto tanta paura, la scossa ci ha fatto tremare, ma è il boato fortissimo ad averci spaventato di più». Nelle coloniche l’oscillazione è stata ridotta dalla scarsa altezza degli edifici. Fabio, di Impruneta, racconta che un quadro gli è caduto dalla parete: «Ero a Tokyo nel 2011, e mi ero spaventato meno: certo, non finiva mai e pensavo si aprisse la terra. Qui però mi sento più esposto». Il Consiglio regionale, riunito in aula, ha interrotto i lavori a causa della scossa. Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha chiesto via Twitter ai cittadini di segnalare eventuali problemi. Mentre il presidente della Regione Eugenio Giani si è affidato a Telegram: «Sono in contatto con la sala operativa regionale per la verifica di eventuali danni». Monumenti e musei a Firenze appaiono illesi. Uffizi, Galleria dell’Accademia e Bargello non sono stati nemmeno evacuati e sulla cupola del Duomo oggi saranno svolti controlli più approfonditi. Per il direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Pisa Carlo Meletti il terremoto di magnitudo 3.7 e 3.4 «non è stato molto forte di per sé», ma è stato avvertito su un’area molto vasta a causa della struttura geologica della zona. Si tratta di «un bacino nel quale le onde vengono risentite maggiormente» perché la zona è ricca di depositi alluvionali.
un’altra di 1.9 alle 19.47», è plausibile che ciò che abbiamo sentito a dieci alle sei sia stato il momento più delicato e di maggiore impatto di questa serie di scosse. «Prima non abbiamo rilevato niente altro, non solo in Toscana ma in generale nel centro Italia. In genere dopo una scossa c’è sempre un numero di repliche o scosse di assestamento tendenzialmente di magnitudo inferiore, per cui la cosa principale è assicurarsi che quella che abbiamo sentito fosse davvero la principale».
Cosa aspettarsi adesso? «I terremoti non li possiamo mai prevedere — spiega Saccorotti — Le uniche raccomandazioni da fare sono quelle relative ai comportamenti prudenti, e all’essere sempre preparati e pronti ad adottare le giuste misure precauzionali».