Corriere Fiorentino

«La terra ha tremato 4 volte in mezzora Ora antenne dritte e tanta prudenza»

Saccorotti (Ingv): cosa aspettarsi adesso? I terremoti non si prevedono

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«Le scosse sono state cinque (sei con quella di ieri sera alle 22.14, ndr) , e probabilme­nte quella delle 17.50 con magnitudo 3.7, è stata la principale. Le altre di assestamen­to. Anche se, in questi casi, parlare con eccessive certezze è un rischio...»

Al momento in cui parla il geofisico Gilberto Saccorotti, ricercator­e fiorentino dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolog­ia, la raccolta dei dati è appena all’inizio. Saccorotti si trovava a Firenze ieri pomeriggio, non in laboratori­o a Pisa. «L’abbiamo sentita forte nonostante non fosse di una magnitudo elevatissi­ma, perché in linea d’aria l’epicentro è stato veramente vicino a Firenze, e a una profondità stimata di circa 10 chilometri: anche se questa stima è soggetta ad altre valutazion­i, è un elemento tipico della nostra zona». Quella del Chianti, spiega lo scienziato, è un’area di basso interesse sismico, «meno di altre in Toscana, come la catena appenninic­a» ma storicamen­te «ha dato luogo a scosse rilevanti». Infatti la scossa delle 17.50, il cui epicentro è stato registrato nella profondità del lago di Luiano nel comune di Impruneta, è avvenuta «a soli sei chilometri circa a sud rispetto al famoso terremoto del 18 maggio del 1985». Talmente famoso che «lo chiamiamo “Il terremoto di Firenze”, perché è tuttora il più importante evento sismico» che abbia interessat­o quest’area: la magnitudo stimata all’epoca fu di 5.4 della scala Richter. I danni furono ingenti: il più celebre fu il crollo di un intero lato del chiostro grande della Certosa del Galluzzo.

Il geologo parla di «circa» sei chilometri di distanza perché «quando parliamo di terremoti storici c’è sempre da tenere conto di un ampio margine di incertezza nelle stime, allora la strumentaz­ione era molto meno precisa». All’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanolog­ia «abbiamo alzato subito le antenne» rassicura Saccorotti. Avendo rilevato «due piccole scosse prima di quella che abbiamo avvertito tutti, una di magnitudo 1.8 e l’altra di 1.1, una quarta e dopo di 1.5, tutte nell’ nell’arco di mezzora e poi

Ieri e oggi

La magnitudo non era elevatissi­ma, la zona del Chianti è a basso interesse sismico. Nel 1985 l’evento più grave: fu di 5.4 della scala Richter

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Geofisico Gilberto Saccorotti

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