Dall’economia lineare alla transizione, come può incidere il "fattore rischio"
Le aziende alle prese con un nuovo modello di business
La transizione, la capacità di fare squadra e lo sviluppo delle filiere. Queste alcune delle direttrici strategiche per affrontare le prossime sfide con lo strumento del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Con il Pnrr abbiamo avuto l’occasione di mettere a sistema alcuni dei progetti che erano già parte del nostro piano industriale – spiega Alberto Irace, amministratore delegato di Alia Servizi Ambientali Spa – i cui investimenti previsti ammontano a circa 700 milioni di euro fino al 2031, alcuni candidati al Pnrr. Pnrr che ne finanzia solo una piccola parte, quella maggiormente orientata all’innovazione; tuttavia, si è trattato di un’occasione per condividere con le amministrazioni pubbliche la fattibilità di processi riguardanti una modalità operativa diversa, che è l’aspetto chiave del tema della transizione energetica. Le scelte che, però, stanno alla base del concetto stesso di transizione si basano su una forte contraddizione: il passaggio da un’economia certa e lineare, modello su cui ci siamo formati ed incentrato su scelte prevedibili, a un’economia di innovazione, che inevitabilmente comporta una certa dose di rischio e l’accettazione di paradigmi di incertezza. Tutto ciò mal si concilia con amministrazioni pubbliche i cui processi di autorizzazione sono basati su schemi tipici dell’economia lineare. Il problema è l’adeguamento dell’intero sistema a un modello che ancora non esiste e che poggia le sue fondamenta su scelte tecnologiche e di innovazione maggiori rispetto a un contesto industriale lineare legato al fossile. Lo dimostrano le difficoltà incontrate dalle riforme legate al Pnrr». Una soluzione per affrontare i tempi che cambiano sarà la capacità di fare squadra, come il progetto della multiutility toscana, vero e proprio banco di prova della capacità delle classi dirigenti della regione di saper fare sistema al di là della propria territorialità e identità. Un modus operandi che nella vicina Emilia Romagna si è già rivelato vincente.