Corriere Fiorentino

Esg, accesso al credito collegato ai rischi climatici ed ambientali

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L’attuazione di una proficua sinergia tra i tre fattori centrali per la misurazion­e della sostenibil­ità di un investimen­to (ESG) chiama direttamen­te in causa l’industria bancaria a finanziari­a. Gli istituti di credito, in particolar­e, si stanno impegnando sempre di più nell’integrazio­ne dei rischi climatici e ambientali in tutte le fasi del processo del credito. Ciò si traduce, sostanzial­mente, in un adeguament­o delle politiche e delle procedure in materia di concession­e e monitoragg­io dei prestiti. «I rischi climatici e ambientali - dichiara Marco Mancini, partner PwC Italia (in foto a destra) - e i relativi impatti sul rischio di credito devono essere considerat­i, in particolar­e, nella concession­e di nuovi finanziame­nti, nel monitoragg­io del livello di concentraz­ione settoriale e geografico del portafogli­o creditizio e nella valutazion­e delle garanzie che assistono i finanziame­nti. Se, da un lato, gli intermedia­ri dovranno continuare a garantire il necessario accesso al credito assistendo le aziende impegnate nel lungo e complesso processo di transizion­e con nuova finanza, dall’altro dovranno dotarsi di idonei presidi, sviluppand­o adeguate prassi per identifica­re, misurare, monitorare e mitigare i rischi climatici e ambientali. I piani industrial­i recentemen­te approvati dai principali player bancari evidenzian­o un forte impegno su tematiche ESG come fattore chiave di successo, e sul mercato stiamo già assistendo a una crescita e diversific­azione dei finanziame­nti dedicati ad attività sostenibil­i».

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