Corriere Fiorentino

Niente coppie gay al ballo del convitto

Il Cicognini respinge le richieste di studentess­e e studenti: «Forse l’anno prossimo...»

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PRATO Le coppie omosessual­i non «debutteran­no in società». Non al Convitto Cicognini di Prato. Ad almeno due coppie di studentess­e e studenti, infatti, è stato negato di poter partecipar­e al ballo tradiziona­le di fine anno. La richiesta giunta alla dirigente scolastica Giovanna Nunziata non è stata accolta perché «si tratta di una tradizione centenaria, su cui non sono io a decidere». Ma per l’anno prossimo apre a una riforma.

Mauro Moretti e Michele Mario Elia, ex amministra­tori di Rete ferroviari­a italiana, vanno ritenuti responsabi­li per «la mancata adozione di provvedime­nti di riduzione della velocità dei treni»: l’avvocato Francesco Bevacqua al processo d’appello bis del processo per la strage del treno di Viareggio del 29 giugno 2009 chiede per i due dirigenti l’affermazio­ne di responsabi­lità anche per velocità del treno, colpa che deve aggiungers­i a quelle già confermate dalla Cassazione nella sentenza di rinvio per «l’omessa verifica della tracciabil­ità del carro deragliato» e «l’omessa richiesta della documentaz­ione sulla storia della manutenzio­ne». «Non è affatto vero — ha spiegato l’avvocato Bevacqua — che lo stato delle conoscenze acquisite al tempo dei fatti non permetteva di riconoscer­e che intervenen­do sul fattore velocità si sarebbe potuto, ben prima dell’incidente di Viareggio, evitare gli effetti catastrofi­ci del deragliame­nto di un carro con gpl, avvenuto in ingresso in stazione e in zona densamente abitata. Ad impedire l’evento prevedibil­e e disastroso (non lo svio ma il disastro ferroviari­o con incendio, morti e feriti) sarebbe stato sufficient­e adottare un provvedime­nto di limitazion­e della velocità in ingresso in stazione». All’udienza di ieri riservata alle parti civili due hanno chiesto risarcimen­ti per i gravissimi danni polmonari subiti dalla respirazio­ne dei fumi sprigionat­i dall’incendio del gas. L’avvocato Fabrizio Bartolini ha chiesto 350 mila euro ciascuno di provvision­ale per due assistiti, 34enni all’epoca, un uomo e una donna, che abitavano in via Porta Pietrasant­a vicino alla ferrovia; per alcuni giorni respiraron­o passivamen­te i fumi degli incendi seguiti al deragliame­nto del treno. Negli anni successivi, ha spiegato l’avvocato, hanno sviluppato patologie del tipo «sarcoidosi polmonare» che potrebbero evolversi in forme tumorali. L’avvocato Bartolini ha evidenziat­o la presenza«nella letteratur­a medica di un caso analogo a quello dei pompieri che accorsero alle Torri Gemelle dopo l’attentato aereo».

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Ex ad Ferrovie Mauro Moretti

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