Menichetti e i fondi all’hub senese: perché solo a loro?
Il primario del Cisanello: bene Fauci, ma i fiumi di denaro al progetto di Tls non sono equi
frutto di «mance elettorali». Il riferimento sembrava rivolto al segretario Pd Enrico Letta, pisano ma eletto a Siena, che aveva proposto di inserire quel progetto, con il relativo finanziamento, nella Legge di Stabilità.
Oggi, mentre la cifra per il polo anti pandemico è progressivamente lievitata, è il professor Francesco Menichetti, già ordinario di Malattie Infettive all’Università di Pisa e primario al Cisanello, attuale presidente di Gisa (Gruppo Italiano per la Stewardship Antimicrobica), ad andare all’attacco: «Sento squillare le trombe di Gerico che annunciano la collaborazione tra Anthony Fauci e Toscana Life Sciences nel contesto del fiume di denaro (360 milioni di euro) che qualcuno ha convogliato su Siena per un hub anti pandemico — dice — Ne siamo contenti ma chiediamo a politici ed amministratori toscani se questa sia una scelta equa e rispettosa delle risorse scientifiche ed umane che in Regione Toscana hanno dimostrato qualità ed efficacia a Pisa, come a Firenze, come altrove». Il problema che emergerebbe dalle parole di Menichetti non sarebbe legato né con la collaborazione con il celebre scienziato statunitense Anthony Fauci, né con l’idea di creare a Siena una produzione di vaccini e di anticorpi monoclonali, quanto con la concentrazione
La stoccata polemica
«A proposito: che fine ha fatto l’anticorpo monoclonale di Toscana Life Sciences?» di fondi per la ricerca in un unico polo, mentre altrove i centri scientifici pubblici arrancano in cerca di risorse.
Ma il noto infettivologo pisano non manca di tirare una stoccata a Toscana Life Sciences e alla sua sperimentazione di un anticorpo monoclonale andata in fumo con l’arrivo della variante Omicron, che l’ha resa inefficace: «A proposito — è la domanda retorica posta da Menichetti — che fine ha fatto il monoclonale italiano frutto della ricerca di Toscana Life Sciences?».