Il ballo delle debuttanti al Cicognini diventa un caso: «No alle coppie gay»
Prato, la richiesta degli studenti e il rifiuto della preside: «Forse l’anno prossimo, ma non decido io»
PRATO Le coppie omosessuali non «debutteranno in società». Non quest’anno, non al Convitto Cicognini di Prato. Ad almeno due coppie di studentesse e studenti gay, infatti, è stato negato di poter partecipare al ballo tradizionale di fine anno, riservato dall’Istituto agli studenti che stanno per diplomarsi.
Una richiesta giunta alla dirigente scolastica Giovanna Nunziata attraverso i rappresentanti degli studenti, due mesi fa. «Un’istanza che non potevamo avallare — spiega lei — perché si tratta di una tradizione centenaria, sulle cui dinamiche non sono io a decidere in autonomia. La macchina organizzativa oramai è partita». Il ballo si svolgerà il prossimo 18 giugno. «Io sarei favorevole a proporre un cambiamento, ma solo a partire dal prossimo anno», aggiunge la preside. Che comunque non garantisce sulla transizione alle nuove regole: «L’eventuale cambiamento dipende semmai dal voto del Consiglio d’amministrazione e da quello del Consiglio d’Istituto», aggiunge facendo intendere che la strada non è affatto in discesa.
Quella del «ballo delle debuttanti» è una tradizione antica e forse c’era da aspettarsi che prima o poi, qualcosa, cominciasse a scricchiolare rispetto ai limiti imposti dai comandamenti dell’etichetta novecentesca. È vero, al valzer di Strauss è stata affiancata qualche ballad di Ed Sheeran, ma non pare esser sufficiente.
Il ricevimento era stato abolito, ma 6 anni fa, al suo arrivo, la preside Nunziata ha tenuto a ripristinarla. I vestiti dei diciottenni vengono affittati, mentre gli abiti delle ragazze sono comprati da loro, per una spesa di 500 euro ciascuno («La metà del costo del capo è coperta dalla scuola!», precisa la preside). Una lunga preparazione «con professionisti» allena le coppie che si «devono formare solo tra studenti interni alla scuola».
Chissà cosa penserebbe oggi di queste rivendicazione Gabriele D’Annunzio, il più celebre degli alunni di questa scuola, che la frequentò dal 1874 al 1881. Forse persino lui avrà partecipato a uno di questi ricevimenti, tuttavia ogni riflessione va comunque inquadrata nel proprio tempo. Questo è quello in cui l’Arcigay Prato-Pistoia «l’Asterisco» racconta la vicenda per renderla pubblica: «Abbiamo ritenuto di aiutare le studentesse e gli studenti — si spiega in una nota — perché è necessario tutelare la partecipazione delle coppie Lgbtqia+ (l’acronimo che indica l’insieme delle minoranze sessuali, ndr) a un evento della scuola come questo Ballo e a tutti i momenti di visibilità e partecipazione. Il contrasto a un fenomeno diffuso e particolarmente dannoso per la libertà di esprimersi, di amare, della piena realizzazione di sé come l’omolesbobitransfobia passa anche dall’inclusione di realtà e persone costrette troppo spesso ai margini della nostra società. Pertanto — scrive Arcigay — apprendiamo con fiducia la risposta della dirigente scolastica Nunziata, la quale accoglie le nostre richieste e riflessioni e aggiunge che ‘da settembre 2022 attiveremo l’iter necessario ad apportare modifiche agli schemi tradizionali e consolidati nel tempo’».
Una citazione che fa parte di uno scambio epistolare tra la scuola e l’associazione. Per cui la preside, ora, si dice «stizzita». «Con Arcigay ero convinta di aver già chiarito, non mi aspettavo una comunicazione pubblica, che a dire il vero vivo un po’ come una minaccia».