Corriere Fiorentino

Il Viola Park, il 4-3-3 e la scuola dei tecnici Così la Fiorentina costruisce il suo futuro

La priorità è trovare talenti in Toscana. Bianco e Distefano saranno in ritiro a Moena

- Matteo Magrini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare. Fiumi di belle parole con le quali in tanti si riempiono la bocca salvo fermarsi, per necessità o pigrizia, al momento di passare dalla teoria alla pratica. E così, tra un «Modello Ajax» e un «Modello Barcellona», alla fine quasi nessuno investe (sul serio) sul settore giovanile. Per questo, il percorso intrapreso dalla Fiorentina, merita di essere seguito con attenzione. Perché ai discorsi, in questo caso, stanno seguendo i fatti.

Il riferiment­o è all’ormai prossima realizzazi­one del Viola Park. La nuova casa nella quale coltivare con cura quelle che Corvino chiamava pianticell­e e che dovranno diventare fiori all’occhiello della prima squadra. Del resto, quando si parla di quei famosi modelli, bisogna partire da lì. Da centri sportivi all’avanguardi­a, nei quali campioni e ragazzi convivono fianco a fianco, respirando ogni giorno la stessa filosofia. È quello, l’obiettivo. Creare un’identità che unisca ogni singola squadra. Si parla di valori, prima di tutto, di comportame­nti, ma anche di cultura calcistica. «L’augurio è di vedere questi ragazzi in prima squadra — dice il responsabi­le del settore giovanile viola Valentino

Angeloni a Radio Bruno — Aquilani è un predestina­to. Creare allenatori per la prima squadra? È nostro pensiero, a livello di staff già è successo. Puntiamo sulla Toscana e l’identità». Nella testa della dirigenza viola infatti c’è l’idea di creare un modello unico, che abbia nella prima squadra il riferiment­o. Per questo sarebbe importante impostare sul serio un percorso a medio-lungo termine con Italiano. Un mister il cui calcio ha idee precise e definite, a partire dal modulo: il 43-3. Lo stesso, tanto per restare sempre ancorati a quei famosi esempi da seguire, di Ajax e Barcellona. Da quelle parti, funziona esattament­e così. Con una specifica: si parte dai fondamenta­li e, quindi, dalla cura del talento e della tecnica individual­e per passare soltanto in un secondo momento all’aspetto tattico.

Si allevano giocatori a pane e 4-3-3 insomma, preparando­li all’impatto col calcio vero. La Fiorentina è appena partita ma la strada è quella e la stessa Primavera di Alberto Aquilani, fin dall’estate, ha lavorato sullo stesso atteggiame­nto tattico proposto di Italiano. A proposito. Il sogno nemmeno troppo nascosto è crescere in casa allenatori che possano un giorno sedere sulla

Aquilani è un predestina­to, vogliamo creare un modello nostro, anche nel formare allenatori

panchina del Franchi. E poi ancora, parlando di identità, un peso sempre crescente viene dato al progetto delle affiliate e, quindi, alla creazione di una Fiorentina sempre più...fiorentina. Basta pensare che oggi, le squadre del settore giovanile viola, sono composte all’80% da ragazzi toscani, e per il 36% da fiorentini.

Filippo Distefano per esempio, il migliore nella finale vinta con l’Atalanta, è nato a Camaiore. Per lui, l’esordio in Serie A è già arrivato (a novembre, contro la Sampdoria). È lui, insieme ad Alessandro Bianco (ora fermo per infortunio) il più vicino alla promozione. Per il prossimo ritiro di Moena, intanto, e poi si vedrà. Senza fretta, ma con convinzion­e. Così, la Fiorentina, sta passando dalle parole ai fatti.

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La festa della Primavera viola mercoledì a Venezia dopo la conquista della coppa (Garbuio/ LaPresse)
Vittoria La festa della Primavera viola mercoledì a Venezia dopo la conquista della coppa (Garbuio/ LaPresse)
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Angeloni

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