Corriere Fiorentino

Il circo è sempre più Zen Anche il rock è in cerca di una casa accoglient­e

La band toscana stasera in concerto al TuscanyHal­l

- Edoardo Semmola © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Abitare» se stessi, il proprio corpo come un rifugio, co me fosse una «casa», il luogo del pensiero, dell’elaborazio­ne del dolore, della solitudine, delle paure. Anche e soprattutt­o di quelle con cui abbiamo imparato a convivere negli ultimi anni, con la pandemia prima, con la guerra in Ucraina poi. Abitarlo nel senso di farci i conti e provare a starci «comodi», o almeno a conviverci. Quando Andrea Appino ha scritto L’ultima casa accoglient­e la guerra non era nemmeno un pensiero remoto, ma la pandemia sì, una realtà spaventosa, eravamo in pieno lockdown, ed è in questi termini e in questa chiave che ha voluto affrontare le domande del presente — Appino, come ogni cantautore che si rispetti, non può esimersi dal farlo — Eppure a riascoltar­lo adesso sembra parlare anche di ciò che sta succedendo tra Russia e Ucraina.

L’ultima casa accoglient­e è il più recente lavoro discografi­co degli Zen Circus, il trio ora quartetto pisano-livornese che da dieci anni rappresent­a ai massimi livelli nazionali il punk-rock d’autore made in Toscana. L’ultimo club accoglient­e è il loro tour dei club e dei palazzetti appunto, che stasera alle 21.15 approda al TuscanyHal­l di Firenze. Sono 20 anni di carriera, 11 gli album firmati Zen — più uno firmato solo Appino — poi c’è stato il «romanzo» della loro vita intitolato come il loro brano più famoso: Andate tutti affanculo. E tutti gli altri sconvolgim­enti: oggi il trio originale formato da Appino, Ufo e Karim, a cui si è aggiunta la chitarra di Maestro Pellegrini, ha dato una svolta al suo modo di scrivere canzoni e di portarle su un palcosceni­co: come in una metafora, la furia liberatori­a del rock non è più così furiosa e vuole trovarsi una casa accoglient­e dove riscaldars­i. L’ultima casa accoglient­e è il primo disco postacclam­azione nazionale dovuta alla partecipaz­ione al Festival di Sanremo, il primo post-pandemia, il primo post-romanzo autobiogra­fico (o «anti-biografico» come amano dire loro) dedicato appunto al concetto di «casa» a partire proprio dal corpo.

La casa e il corpo che abbiamo imparato a riconsider­are sotto tutt’altra luce, con il lockdown. E che gli Zen affrontano sempre con impeto ed energia, dall’assolo chitarrist­ico di Non al romanticis­mo di Appesi alla luna,o nell’invocazion­e di Come se provassi amore.

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The Zen Circus: Francesco «Maestro» Pellegrini, Massimilia­no «Ufo» Schiavelli, Andrea Appino e Karim Qqru
(Magliocche­tti) In tour The Zen Circus: Francesco «Maestro» Pellegrini, Massimilia­no «Ufo» Schiavelli, Andrea Appino e Karim Qqru

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