Corriere Fiorentino

«Vi racconto l’orrore di Bucha»

Il sindaco della città simbolo dei massacri dell’esercito russo: «Da noi c’è stato un genocidio»

- Jacopo Storni

Parla di torture, di civili uccisi in strada, parla della distruzion­e della sua città, dei profughi e della necessità che l’Europa si faccia carico della tragedia che sta vivendo l’Ucraina. Il sindaco di Bucha, città divenuta tristement­e simbolo dei crimini di guerra, Anatolij Fedoruk, è stato il protagonis­ta della giornata di ieri al Festival d’Europa: «A Bucha c’è stato un genocidio, non ci sono altre parole per descrivere questo orrore».

«Ricorderò sempre quella scena atroce, c’era una donna incinta con suo marito, stavano scappando da Bucha, il marito ha tentato di dire ai soldati russi che loro erano semplici civili che stavano evacuando, ma i soldati russi hanno sparato dentro la loro macchina uccidendo tutti». Anatolij Fedoruk è il sindaco di Bucha, la città vicina a Kiev diventata simbolo del martirio del popolo ucraino.

È arrivato ieri a Firenze per partecipar­e al forum sulle trasformaz­ioni urbane organizzat­o da Eurocities, nell’ambito del Festival d’Europa. Con lui c’erano anche altri sindaci dell’Ucraina. Nelle sue parole, le tracce del massacro che ha visto con i probiamo pri occhi: «A Bucha c’è stato un genocidio, non ci sono altre parole per descrivere questo orrore, sono state maltrattat­i e uccisi civili, anche donne di fronte ai loro bambini, sono morte 456 persone, il 95 per cento delle persone sono state uccise di proposito attraverso gli spari dei soldati russi, non per esplosioni o altre cause. Sono stati distrutti 1.147 edifici, compresi normali condomini residenzia­li». Secondo Fedoruk «questo non è un semplice conflitto, ma siamo di fronte alla terza guerra mondiale, da una parte ci sono le democrazie, dall’altra c’è il regime russo. Ricordo agli italiani che la guerra non è così lontana, se l’Europa non fermerà adesso l’esercito russo, Putin potrebbe arrivare fino a Lisbona».

Fedoruk ha poi parlato dei massacri dell’esercito avversario. «La Federazion­e Russa non sta seguendo le convenzion­i internazio­nali: torturano e uccidono anche i civili. I russi non seguono neanche le semplici regole imposte all’uomo da Dio, non uccidere, ad esempio. Per me parlare di questo è molto difficile, ma sapete tutti che l’esercito russo, che si autodefini­sce il secondo più importante al mondo, sta trattando donne e bambini con violenza, sta torturando le persone».

Adesso la situazione a Bucha sta migliorand­o lentamente: «Grazie alle forze armate ucraine, da un mese ab

Allarme

Monni: «In Toscana già più di 10 mila profughi, bisogna velocizzar­e i contributi» riportato le persone a vivere in città per ricostruir­e le nostre strade e i nostri palazzi».

Poi ha aggiunto: «Adesso non abbiamo bisogno di aiuti umanitari, c’è cibo a sufficienz­a, ma abbiamo bisogno di un aiuto tecnico. Un esempio è quello che è successo a Kiev — ha spiegato — dove hanno inviato autopompe. Abbiamo disperatam­ente bisogno di questi mezzi per riportare le nostre citta alla normalità, abbiamo bisogno di infrastrut­ture e di pulire le strade». E da Firenze, proprio nell’ambito del Festival d’Europa, viene lanciato un sostegno alla ricostruzi­one dell’Ucraina. L’impegno è quello di Eurocities, il più grande network europeo di medie e grandi città di cui il primo cittadino di Firenze Dario Nardella è presidente. «I sindaci europei — ha detto Nardella

— sono pronti ad impegnarsi formalment­e per questo piano di ricostruzi­one. Oggi iniziamo un programma di selezione delle priorità. Le città sono pronte a fornire supporto tecnico e di progettazi­one, insieme alla Commission­e europea, in modo che questa collaboraz­ione tra città europee e città ucraine sia governata e segua un piano chiaro».

Nel frattempo, salgono a 10 mila i profughi ucraini presenti in Toscana. A renderlo noto l’assessora regionale alla protezione civile Monia Monni, che poi ha lanciato un allarme: «È necessario che i cittadini ucraini che hanno trovato autonomame­nte una sistemazio­ne presso la propria rete amicale o parentale possano accedere rapidament­e e sempliceme­nte al contributo previsto dallo Stato, ma purtroppo, nonostante il grande impegno di questure e prefetture, dato l’alta affluenza di persone presso i loro uffici, registriam­o tempi molto lunghi per la richiesta di protezione temporanea necessaria per accedere al contributo».

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Sindaco Anatolij Fedoruk, il sindaco di Bucha, la città vicina a Kiev simbolo dei massacri russi
 ?? (Cambi/Sestini) ?? Insieme Anatolij Fedoruk. il sindaco di Bucha, la città vicina a Kiev diventata simbolo del martirio del popolo ucraino, con il sindaco di Firenze Dario Nardella
(Cambi/Sestini) Insieme Anatolij Fedoruk. il sindaco di Bucha, la città vicina a Kiev diventata simbolo del martirio del popolo ucraino, con il sindaco di Firenze Dario Nardella
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A Firenze Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol

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