Meno russi, più italiani Il Forte ripensa all’era degli Agnelli e dei Rizzoli
C’è chi ricorda l’era degli Agnelli, Orlando, Rizzoli... Santini: di nuovo meta d’élite, ma sobria
La crisi dei russi, complice la guerra, il ritorno dei giovani italiani. Forte dei Marmi sta cambiando stagione e qualcuno torna a pensare all’era delle grande famiglie italiane, gli Agnelli, gli Orlando, i Rizzoli. Santini, del bagno Piero, parla del ritorno di una meta per le vacanze di un’élite ma sobria, colta: «Sì, il Forte sta vivendo un momento interessante».
Dieci anni fa, nel 2012, Fabio Genovesi, scrittore fortemarmino, scrisse Morte dei Marmi, pubblicato da Laterza, un pamphlet dissacratorio sulla perdita da parte di Forte dei Marmi della sua identità, della sua anima: «La vegetazione spontanea, la casetta tipica, i soggiorni di Montale, la pioggia nel pineto».
Erano arrivati i russi e la Forte dei Marmi di Vestivamo alla marinara di Susanna Agnelli, dominata dalle grandi famiglie della borghesia del nord, i Moratti, i Rizzoli, i Tanzi, gli Orlando, i principi Corsini, i Visconti e gli Agnelli appunto, si era come eclissata sotto il peso dei rubli scintillante e un po’ cafonal della ricchezza dei russi, vistosamente esibita: le mance da 3 mila euro, le bottiglie super pagate, l’acquisto di ville, di alberghi, di ristoranti e di terreni. E Forte dei Marmi perse la sua anima, così racconta Genovesi.
Ora che i russi sono in crisi e non occupano più Forte dei Marmi, come negli anni scorsi, ci si chiede se la Cortina del Tirreno stia cambiando pelle. Roberto Santini, il patron del bagno Piero, è convinto di sì: addio russi, bentornati toscani e italiani, come ai tempi di Vestivamo alla marinara, dove a Forte dei Marmi trascorrevano l’estate gli Agnelli ma anche un ceto medio e borghese nostrano. «Sì, Forte dei Marmi sta vivendo un momento molto interessante, tante persone italiane la scoprono o riscoprono. Soprattutto una fascia di giovani tra i 17 e i 30 anni», spiega Santini. Che vede possibile e di buon occhio il ritorno di Forte dei Marmi a come era una volta, prima dello sbarco dei russi: «Una località per un turismo di élite ma elegante, a suo modo sobrio, e anche colto. Non bisogna dimenticare, solo per fare un nome, il premio Nobel Eugenio Montale. Poi con la fine dell’Urss sono arrivati i russi che soprattutto all’inizio erano in maggioranza piuttosto folkloristici».
Dello stesso avviso è anche Sergio Marrai, proprietario del Tennis club Italia, con tre campi da tennis molto frequentati dai personaggi dello sport, da Cesare Maldini ad Adriano Galliani: «Negli ultimi due anni, per il Covid e ora per la guerra, il turismo a Forte dei Marmi ha perso molte famiglie russe e anche ucraine. Ma al loro posto sono tornati molti italiani e devo dire che non mi dispiace. Sono un po’ tornato ragazzo. Con i russi si parlava solo di feste e di ristoranti, ora invece sono tornate persone con cui si può ricordare Forte dei Marmi com’era, i nostri ricordi, i nonni e i genitori”».
Più cauto Paolo Corchia, patron dell’albergo President: «Il turismo russo conta ancora molto, anche se non avremo più le 26 mila presenze del 2019. Le famiglie russe sono circa 800 ma hanno 8 alberghi e molte altre proprietà. Però non c’è dubbio che a Forte dei Marmi stiamo assistendo al ritorno degli italiani e dei toscani, che amano spendere ma con sobrietà, eleganza e discrezione. C’è un recupero dell’anima più tradizionale e genuina di Forte».
Gli fa eco Salvatore Madonna, patron dell’Hotel Byron: «È da prima della pandemia che le famiglie di grandi imprenditori hanno deciso o di investire, dai Barilla agli Armani, oppure hanno scelto di tornare in vacanza come gli Agnelli. Personalmente penso sia un momento di rilancio per Forte dei Marmi. Sta tornando il mercato americano e gli italiani sono sempre il primo mercato per presenze».
Con i russi si parlava solo di feste e ristoranti, ora c’è gente con cui si può ricordare com’era