Possesso, aggressività e i raddoppi su Abraham: così Italiano sfida Mou
Recuperati Torreira e Bonaventura, il tecnico chiede coraggio
«Difendere bene, e attaccare benissimo». Tutto, è iniziato da lì. Da quel manifesto esposto da Vincenzo Italiano nel giorno della sua presentazione per spiegare a tutti come immaginava la sua Fiorentina. Una squadra capace di regalare spettacolo, quindi, cercando però di mantenere sempre una buona dose d’equilibrio. La missione (pur tra alti e bassi) è stata sostanzialmente compiuta e, mai come oggi, i viola dovranno tornare alle origini. Complici le vittorie di Lazio e Atalanta infatti, e considerati i tre punti di distanza dalla Roma, i viola hanno un solo risulto a disposizione: la vittoria. Ovvio, quindi, immaginare una partita all’attacco.
Perché questa è la mentalità che il mister ha piantato nella testa dei suoi, prima di tutto, perché per restare aggrappati al treno che porta in Europa (appunto) servono tre punti e perché, dall’altra parte, ci sarà una squadra che fa dell’attesa (e del contropiede) la propria ragione di vita. Sarà questa, sempre per tornare al punto di partenza, la chiave. Saper aggredire, ma senza esporsi alle terribili ripartenze di Abraham e soci. A proposito. Il bomber inglese è uscito dalla partita col Leicester completamente esausto e nei giorni scorsi nella capitale si è molto discusso sul fatto che lo Special One lo lasciasse a riposo. La possibilità esiste, e in quel caso il centravanti potrebbe essere Zaniolo, ma considerando il calendario (la Roma nelle ultime due dovrà affrontare Venezia e Torino) e il tempo a disposizione prima della finale di Conference League (si giocherà il 25 maggio) alla fine difficilmente Mourinho rinuncerà stasera, nella gara più importante per il suo finale di campionato, al suo uomo più importante. A Milenkovic e Igor (con l’ausilio di Biraghi e probabilmente di Venuti visto che Odriozola non è stato neanche convocato) il compito di limitarlo.
Come? Costringendolo a giocare il più possibile con le spalle alla porta. Facile a dirsi ma, senza l’aiuto del resto della squadra, impossibile a farsi.
Servirà, per esempio, il contributo dei tre attaccanti.
Saranno loro (Nico Gonzalez, Cabral e Saponara) a dover iniziare il lavoro in fase difensiva permettendo a tutta la Fiorentina di alzarsi, rimanendo corta. Le due punte esterne dovranno poi sfruttare il turnover di Mou. Sulle fasce infatti dovrebbero riposare sia Karsdorp che Zalewski, a favore di Maitland-Niles e Vina. In quella zona insomma, la Fiorentina può far male. Qualche rotazione lo Special dovrebbe farla anche al centro della difesa (Kumbulla è in vantaggio sul titolare Ibanez) e a centrocampo, dove l’ex Veretout potrebbe partire dal 1’ al posto di Cristante.
Discorso contrario per Italiano che rispetto alla trasferta di San Siro col Milan, ritroverà sia Bonaventura che Torreira. Due uomini chiave per qualità ma, in una sfida del genere, soprattutto per esperienza e personalità. Insieme a loro salvo sorprese ci sarà Duncan e quei tre, sfruttando anche il 3 contro 2 sulla coppia di mediani della Roma, avranno il compito di prendere in mano il cuore della partita.
In fase di non possesso invece, la preoccupazione maggiore sarà ridurre il più possibile lo spazio tra le linee a Pellegrini e Zaniolo. E poi ancora: ritmi altissimi e attenzione massima sulle palle da fermo, vera specialità giallorossa. In teoria, la Roma, si batte così. La pratica però è un’altra storia e come sempre ,alla fine, saranno (anche) gli episodi a far la differenza.