Corriere Fiorentino

Possesso, aggressivi­tà e i raddoppi su Abraham: così Italiano sfida Mou

Recuperati Torreira e Bonaventur­a, il tecnico chiede coraggio

- Matteo Magrini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Difendere bene, e attaccare benissimo». Tutto, è iniziato da lì. Da quel manifesto esposto da Vincenzo Italiano nel giorno della sua presentazi­one per spiegare a tutti come immaginava la sua Fiorentina. Una squadra capace di regalare spettacolo, quindi, cercando però di mantenere sempre una buona dose d’equilibrio. La missione (pur tra alti e bassi) è stata sostanzial­mente compiuta e, mai come oggi, i viola dovranno tornare alle origini. Complici le vittorie di Lazio e Atalanta infatti, e considerat­i i tre punti di distanza dalla Roma, i viola hanno un solo risulto a disposizio­ne: la vittoria. Ovvio, quindi, immaginare una partita all’attacco.

Perché questa è la mentalità che il mister ha piantato nella testa dei suoi, prima di tutto, perché per restare aggrappati al treno che porta in Europa (appunto) servono tre punti e perché, dall’altra parte, ci sarà una squadra che fa dell’attesa (e del contropied­e) la propria ragione di vita. Sarà questa, sempre per tornare al punto di partenza, la chiave. Saper aggredire, ma senza esporsi alle terribili ripartenze di Abraham e soci. A proposito. Il bomber inglese è uscito dalla partita col Leicester completame­nte esausto e nei giorni scorsi nella capitale si è molto discusso sul fatto che lo Special One lo lasciasse a riposo. La possibilit­à esiste, e in quel caso il centravant­i potrebbe essere Zaniolo, ma consideran­do il calendario (la Roma nelle ultime due dovrà affrontare Venezia e Torino) e il tempo a disposizio­ne prima della finale di Conference League (si giocherà il 25 maggio) alla fine difficilme­nte Mourinho rinuncerà stasera, nella gara più importante per il suo finale di campionato, al suo uomo più importante. A Milenkovic e Igor (con l’ausilio di Biraghi e probabilme­nte di Venuti visto che Odriozola non è stato neanche convocato) il compito di limitarlo.

Come? Costringen­dolo a giocare il più possibile con le spalle alla porta. Facile a dirsi ma, senza l’aiuto del resto della squadra, impossibil­e a farsi.

Servirà, per esempio, il contributo dei tre attaccanti.

Saranno loro (Nico Gonzalez, Cabral e Saponara) a dover iniziare il lavoro in fase difensiva permettend­o a tutta la Fiorentina di alzarsi, rimanendo corta. Le due punte esterne dovranno poi sfruttare il turnover di Mou. Sulle fasce infatti dovrebbero riposare sia Karsdorp che Zalewski, a favore di Maitland-Niles e Vina. In quella zona insomma, la Fiorentina può far male. Qualche rotazione lo Special dovrebbe farla anche al centro della difesa (Kumbulla è in vantaggio sul titolare Ibanez) e a centrocamp­o, dove l’ex Veretout potrebbe partire dal 1’ al posto di Cristante.

Discorso contrario per Italiano che rispetto alla trasferta di San Siro col Milan, ritroverà sia Bonaventur­a che Torreira. Due uomini chiave per qualità ma, in una sfida del genere, soprattutt­o per esperienza e personalit­à. Insieme a loro salvo sorprese ci sarà Duncan e quei tre, sfruttando anche il 3 contro 2 sulla coppia di mediani della Roma, avranno il compito di prendere in mano il cuore della partita.

In fase di non possesso invece, la preoccupaz­ione maggiore sarà ridurre il più possibile lo spazio tra le linee a Pellegrini e Zaniolo. E poi ancora: ritmi altissimi e attenzione massima sulle palle da fermo, vera specialità gialloross­a. In teoria, la Roma, si batte così. La pratica però è un’altra storia e come sempre ,alla fine, saranno (anche) gli episodi a far la differenza.

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(Falcone/ LaPresse) Pericolo Milenkovic duella con Abraham: l’inglese sarà il pericolo numero uno

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