Loredana Berté e il suo intimo «Manifesto» da guerriera
Iguai sono alle spalle e finalmente giovedì verrà recuperato il concerto di Loredana Berté al Teatro Verdi di Firenze che era stato previsto per il 16 marzo e poi rimandato a ridosso, a causa della positività al Covid nella troupe della cantante (mentre lei era rimasta negativa). La Bertè freme da settimane perché con il suo ultimo lavoro Manifesto è tornata a ruggire come solo lei sa fare, e per questo tour aveva preparato effetti speciali, soprattutto visivi, molto colorati e spettacolari, pensati
come omaggio alla Pop Art, movimento culturale a cui è da sempre estremamente legata visto che ha frequentato la Factory di Andy Warhol. La cantante porta sul palco i brani di questo suo Manifesto di nome e di fatto, un «inno al femminismo e ai vari modi di vivere il femminile» come lo ha definito lei stessa, ma che è anche uno dei suoi dischi maggiormente autobiografici e «sinceri». Nel senso che si è aperta a confessioni e riflessioni molto intime e dolorose. Uno dei momenti cult sarà il video del brano
Movie, realizzato per lei dall’Andy Warhol Studio nel 1981. Ma la scaletta è pensata per tenere insieme presente e passato: da Dark Lady a
Lacrime in limousine, da Quelle come me a Figlia di...
fino a Ho smesso di tacere
scritta da Luciano Ligabue in cui parla esplicitamente di violenza sulle donne e della sua esperienza personale, per quanto riguarda il presente. Ai classici del suo repertorio. I biglietti precedentemente acquistati sono ancora validi. Info: www.loredanaberte.it