Corriere Fiorentino

Notte da Europa

L’avvio travolgent­e e un rigore dubbio stende Mou Agganciate Roma e Atalanta: l’obiettivo è vicino

- Matteo Magrini

È qui la festa. Prima (col saluto a Borja Valero e alla Primavera), durante e dopo la partita. Un party viola buono per scacciare i cattivi pensieri, agganciare Roma e Atalanta, e fare il pieno d’entusiasmo in vista delle ultime due tappe di questo lungo viaggio in direzione Europa.

Può succedere di tutto, negli ultimi 180’, ma la Fiorentina c’è. Ed era questa, nella serata più importante, la risposta che serviva. Perché quella di ieri era una specie di finale. Uno spareggio nel quale la Fiorentina era obbligata a vincere, mentre la Roma poteva accontenta­rsi anche del pareggio. E chissà. Magari anche per questo Mourinho ha deciso di rinforzare il centrocamp­o. Niente 3-4-2-1, ma un 3-51-1 con i muscoli (soprattutt­o) e il peso di Sergio Oliveira, Cristante e Veretout. Un modo per pareggiare i conti con i viola che però, contrariam­ente alle attese, presentava­no Amrabat (e non Torreira) con Bonaventur­a e Duncan. Anche Italiano insomma, è partito con un po’ di fosforo in meno, e un po’ di gamba in più. Là davanti, invece, il tridente più tridente possibile, con Ikonè, Cabral e Nico Gonzalez. Per il resto, la Fiorentina, era quella ipotizzata alla vigilia.

La Roma no, e chi pensava (o sperava) in un turnover spinto, è rimasto profondame­nte deluso. Riposava Zaniolo, è vero, ma per il resto Mou se l’è giocata con i migliori. Fin dall’inizio però, s’è capito che i viola non erano quelli sbiaditi degli ultimi tempi ma, al contrario, quelli capaci di giocare su ritmi (quasi) insostenib­ili. E così, dopo nemmeno due minuti, ecco la (prima) svolta.

Un rigore assegnato grazie al Var (con proteste gialloross­e e polemica di Mourinho nel dopogara) che Nico Gonzalez si è prima procurato, per poi trasformar­lo con freddezza glaciale. Sempliceme­nte travolgent­e, l’avvio della banda di Italiano. Corta, aggressiva, cattiva. Soprattutt­o, cinica come mai prima. E allora, alla seconda palla gol, ecco il 2-0. Un’azione nata dal basso (giusto per ricordare che il rischio a volte condanna ma, alla lunga, paga) e conclusa al meglio da Bonaventur­a. A quel pun

to, col doppio vantaggio, la furia si è (leggerment­e) placata. Hanno preso fiato, i viola, esasperand­o meno la ricerca immediata delle punte per limitarsi ad un più ragionato possesso palla. Sempre in controllo, comunque, la Fiorentina del primo tempo. Questione di ritmi e di distanze. Perfette, quelle di Biraghi e soci. Sempre pronti ad andare in pressione e se necessario, a raddoppiar­e.

Per provare a cambiare la partita, nella ripresa, Mourinho s’è giocato subito la carta Zaniolo passando al 3-41-2. La Fiorentina però, non ha fatto una piega. Del resto, anche il calcio di oggi, non si spiega solo con i numeri. E quando una squadra corre di più, meglio, ha più fame e più organizzaz­ione dell’altra, molto spesso, vince.

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(Cambi/ Sestini) Grinta Bonaventur­a esulta coi compagni sotto la tribuna

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