Corse, gol e mitraglia Il ritorno di Speedy Nico nel momento decisivo
Reduce da un periodo no, Gonzalez ha trascinati i suoi
Spesso il calcio e la matematica litigano, come accade in tutti quei campi in cui di mezzo ci sono le emozioni e i sentimenti. Quasi mai se si parla di pallone uno vale uno. Ci sono gol che valgono più di altri. Quello segnato da Nico Gonzalez al Franchi contro la Roma, ad esempio, è uno dei più pesanti della stagione della Fiorentina. Dopo 5 minuti ha messo in discesa uno scontro diretto decisivo per la corsa al quinto e al sesto posto, dove ora tutto è possibile visto che la squadra di Italiano ha agganciato sia i giallorossi che l’Atalanta. Ma non solo. Perché Nico si è riscattato a livello personale dopo essersi un po’ perso insieme ad alcuni compagni durante le ultime settimane, una mini-crisi con quattro sconfitte che ha rischiato di mettere in discussione tutto. Tornando al gol a un mese quasi esatto di distanza (era il 10 aprile) dopo le reti rifilate all’Empoli e al Napoli (con tanto di assist per Ikoné). Infine l’argentino con il rigore che ha spiazzato Rui Patricio, ha messo lo zampino in undici gol in questa serie A, con 5 reti e 7 assist. Cifre da tenere in considerazione per un giocatore al primo anno in Italia, su cui dall’estate pesa l’etichetta di «acquisto più caro» della storia del club. E anche se ha sempre sostenuto di non sentire affatto questa responsabilità, è scontato come da lui la piazza si sia sempre aspettata molto.
Dopo la cessione di Vlahovic, anche il suo allenatore, Vincenzo Italiano, ha iniziato a chiedere di più agli esterni, a maggior ragione vicino alla porta, considerati attaccanti a tutti gli effetti. Ma come dicevamo prima il calcio ha una lettura particolare dei numeri, e se davvero la Fiorentina tornasse in Europa la prestazione di Nico al Maradona o il rigore delicatissimo che si è preso in carico contro la Roma avrebbero tutt’altro significato.
Comportamenti da leader, che è ciò che l’argentino aspira ad essere. Come il connazionale, ben più illustre, che ha imitato al momento dell’esultanza, quando ha mimato la «mitraglia» di Batistuta.
Anche se schierato a sinistra, l’avvio di gara del folletto viola è stato perfetto,e insieme a Ikoné ha subito iniziato a mettere in difficoltà gli esterni avversari. Non passa nemmeno un minuto e mezzo che già gira attorno a Mancini e piomba in area a tutta velocità. Karsdorp prova a mettersi in mezzo, ma lui è più rapido a spostare il pallone e causare un lieve tocco del difensore, che un comizio al Var trasforma in rigore e lui nel vantaggio della Fiorentina. Mica roba da poco in una partita in cui si stabiliva il futuro della corsa all’Europa. Quella che Gonzalez vorrebbe giocare a Firenze proprio come «Bati». Nel secondo tempo, in un corpo a corpo con Cristante, ha rischiato di procurare un altro penalty alla sua squadra.
Nel mezzo tanta corsa e movimenti che di solito restano esclusi dalle azioni salienti di una partita, che invece fanno parecchio comodo. Diversi ripiegamenti per annullare il 3-5-2 di Mourinho, molto pressing, in particolare nel primo tempo. Soprattutto, sempre la faccia giusta. Concentrata, determinata, quella di chi non ha intenzione di sbagliare nemmeno un tocco. E alla fine ci va vicino. Una prestazione da ripetere con Samp e Juve per trasformare i sogni in realtà.