Skyline di Leonardo da Firenze a Milano
Quarta tappa dell’artista che realizza opere per la questura. L’idea nel 2007
Valorizzare gli edifici istituzionali con un’opera d’arte. È questo l’obiettivo del progetto «Lo skyline — Le città di Leonardo» nato nel 2007 da una idea dell’allora questore di Firenze Francesco Tagliente che ha voluto un’opera dell’architetto Oreste Ruggiero nella sala convegni della Questura. Dopo Firenze si sono arricchite di opere dello stesso artista le questure di Pisa, Roma e da ieri Milano.
L’opera dell’artista Oreste Ruggiero impreziosisce la sala convegni della Questura di Firenze. L’artista l’ha ideata in varie essenze di legno che rievocano i materiali tipici delle pietre e dei materiali da costruzione fiorentini: la pietra forte, la pietra serena, il macigno di Fiesole, il cotto. Ruggiero ispirato dai famosi «nodi vinciani» ha voluto rendere omaggio al genio Leonardo e simboleggiare un ulteriore tassello di un percorso identitario istituzioni-società civile. Un progetto volto ad unire l’esigenza di valorizzare gli edifici storici che ospitano i palazzi istituzionali per rafforzare la vicinanza delle Amministrazioni pubbliche ai cittadini, attraverso il linguaggio universale dell’arte. Un itinerario virtuoso iniziato nel 2007 da Firenze in cui gli uffici dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza svolgono il loro insostituibile compito di baluardo di legalità. Il profilo è stilizzato e le sue forme sono così essenziali da sembrare ombre, quelle ombre che tanto significato e spessore hanno avuto nell’enigmatica cultura degli Etruschi.
La stratificazione dei materiali evoca anche la stratificazione del tempo e della storia che ha reso grande Firenze nel passato: dal Palazzo di Cosimo de’ Medici, al Battistero, a Palazzo Vecchio fino alla chiesa di San Giovanni Battista di
Michelucci. Il Ponte vecchio è al centro della composizione e rappresenta il ponte posto «a bilancia» fra due le sponde per unire due realtà. L’Arno e il flusso che l’attraversa e che simbolicamente attraversa longitudinalmente la sala, si muove verso una realtà migliore resa possibile da un ambiente sereno e giusto.
Firenze alterna la dolce rotondità delle cupole con profili affilati di cuspidi e campanili, quasi a raccontare la sagacia e l’acume dei suoi personaggi. Oggi le periferie hanno chiuso ogni varco di vista verso quelle che Kevin Lynch definiva «emergenze architettoniche». Ma spesso non sono gli edifici a essere occultati alla vista ma la vita stessa dei cittadini e il senso di appartenenza della comunità. Ciò che non riusciamo più a vedere nel suo insieme con gli occhi, lo ammiriamo con lo sguardo della memoria.