San Salvi, via i cartelli delle polemiche e rinasce la biblioteca
«Abbiamo sbagliato. Ora rimediamo, appena troviamo i soldi...» Un anno dopo la polemica per i cartelli dal linguaggio «colorito», del tipo «qui c’erano agitati e paralitici», affissi dalla Asl per guidare i visitatori nella memoria dell’ex manicomio di San Salvi, qualcosa si è mosso. Tre cose per la precisione: la presa di coscienza di «aver commesso un errore», parole del direttore del dipartimento delle Specialistiche mediche dell’Asl Toscana centro e presidente della Fondazione Santa Maria Nuova; la volontà di porvi rimedio e il primo seppur piccolo traguardo (quasi) raggiunto nella grande lunga e annosa rincorsa alla riqualificazione del parco e delle palazzine dell’ex manicomio: dopo l’estare riaprirà la Biblioteca Vincenzo Chiarugi, chiusa nel 2015, ristrutturata e pronta a diventare «la biblioteca della storia della medicina psichiatrica italiana». Mentre si lavora ai progetti del Fondo europeo di sviluppo regionale, con i quali la palazzina 37 di San Salvi diventerà il museo della Tinaia — anche ieri la vicesindaca Alessia Bettini e la consigliera regionale Cristina Giachi hanno ribadito questa volontà — il primo edificio a vedere conclusi i lavori sarà la Biblioteca, in una logica organica della rigenerazione dell’area: quella della memoria. Nel frattempo «la Asl ha dato alla fondazione il compito di correggere i cartelli dopo le polemiche sul linguaggio — ricorda Landini — ma tutti i fondi per la cartellonistica sono stati spesi per fare quelli sbagliati, ora dobbiamo cercarne altri per rifarli giusti».