Bargello, un secolo di scultura da riscoprire
Riallestita la Sala Medievale con venti opere, alcune non visibili dal 2005
Sarà un modo per poter di nuovo ammirare opere come l’acquasantiera della chiesa di San Piero a Quaracchi, con il fusto popolato di putti e animali fantastici, in deposito dal 2003. Allo stesso tempo uno spunto di riflessione per creare relazione con le altre sale della celebre istituzione museale. Da ieri la Sala della Scultura Medievale (ex Saletta del Trecento) al primo piano del Museo Nazionale del Bargello di Firenze si presenta ai visitatori in un nuovo allestimento che raccoglie al suo interno una ventina di pezzi dalla fine del Duecento alla fine del Trecento. A curare il progetto Maria Cristina Valenti, ex responsabile dell’ufficio tecnico dei Musei del Bargello e Benedetta Chiesi, funzionaria storica dell’arte della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che ha una collaborazione istituzionale con i Musei del Bargello, mentre la realizzazione è dello studio Galli Mostre di Lorenzo Galli. «Dopo quanto fatto di recente nella Sala degli Avori e nella Cappella — ha ricordato Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello — prosegue il programma di riallestimenti resi possibili grazie all’autonomia dei grandi musei, dal momento che anche questo progetto è stato realizzato con fondi derivati dalla bigliettazione».
«Il nuovo nome, Sala della Scultura Medievale — ha aggiunto Benedetta Chiesi — tiene ben presenti le due anime del Museo: una prettamente civica e di scultura di grande formato, l’altra di taglio più europeo, dedicata alle arti suntuarie del Medioevo». Nella nuova sistemazione sono così in rilievo importanti opere toscane duetrecentesche valorizzate anche dalla imbiancatura delle pareti, dal restaurato fregio decorativo, e dal rinnovato impianto di illuminazione. Di lato ci sono i capitelli della Badia fiorentina e la testa del Santo incoronato non visibili dal 2005, al centro gli Accoliti di Arnolfo di Cambio, e poi la Madonna col Bambino e la Cariatide di Tino di Camaino. Ancora resti del monumento funebre del patriarca di Aquileia Gastone della Torre in Santa Croce a Firenze, le formelle di Giovanni di Balduccio dalla chiesa di Orsanmichele tra cui quella con l’Obbedienza, murata all’interno della chiesa fino al 2005 e le sculture di Piero di Giovanni Tedesco, che lavorò alla facciata di Santa Maria del Fiore nell’ultimo decennio del Trecento. Completano l’allestimento alcune coeve tavole dipinte e due statue lignee policrome (Madonna della Misericordia e Figura femminile seduta) giunte al museo a inizio Novecento.